martedì 28 luglio 2015

Speranze per un vaccino antimalarico

L'agenzia europea del farmaco ha dato parere positivo all'uso del primo vaccino antimalarico. Si tratta del punto di arrivo di 30 anni di ricerca portati avanti dalle compagnie inglesi GSK e Path, con un iniziale contributo economico della Bill and Melinda Gates.
A dire la verità i risultati clinici osservati durante i vari trials non sono eccellenti e la copertura globale non raggiunge il 50%: la copertura è infatti risultata del 56% nei bambini immunizzati tra i 7 ed i 17 mesi, mentre si riduce al 31% in bimbi tra le 6 e le 12 settimane. Purtroppo l'efficacia sembra ridursi se il vaccino è usato dopo il primo anno di età.
La cosa altamente positiva è che il profilo di sicurezza è accettabile in tutte le fascie di età. Il vaccino perciò, pur con i limiti sopra segnalati, potrà essere un importante mezzo preventivo che aiuterà a salvare la vita di centinaia di migliaia di bambini.
Il vaccino è già stato sperimentato in 7 Paesi africani (Burkina Faso, Gabon, Ghana, Kenya, Malawi, Mozambico e Tanzania).
Dovrà ora essere recepito dall'OMS e dai vari governi che poi stabiliranno delle linee guida nazionali per la vaccinazione.
Salutiamo questa notizia con speranza, anche se sappiamo che ci vorranno probabilmente ancora degli anni prima che il vaccino possa essere disponibile a livello locale.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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