domenica 16 agosto 2015

Il segreto della missione

Ho visto tanti ospedale missionari nascere, crescere e poi morire pian piano.
Tutte queste strutture erano belle, funzionali e tecnicamente molto avanzate, a motivo del fatto che godevano di grossi fondi dai Paesi Occidentali.
Eppure sono crollate!
Perchè?
Certo non perchè fosse finito il bisogno di salute della gente: penso particolarmente ad una struttura che, crollando, ha lasciato scoperta una zona molto ampia ed assai povera. Perchè sono mancati i fondi dall’estero? A volte questo può essere stato un fattore contribuente al declino di una struttura sanitaria, che per definizione non riesce ad essere economicamente produttiva, soprattutto in zone in cui la popolazione è povera e fa fatica a pagare anche il poco che si chiede come concorso di spesa.
Ma un fattore certamente più  decisivo è talvolta la corruzione: ho sentito di posti in cui sistematicamente si gonfiavano le spese per poter mettere in tasca parte di quello che i donatori mandavano dall’estero. 




Poi, pian piano, la corruzione è diventata una gramigna che ha soffocato economicamente la buona pianta dell’ospedale. Ma c’è comunque un altro fattore determinante, che è quello della continuità: ho visto ospedali fare cose grandiose solo nei periodi in cui i volontari erano presenti (operazioni gratuite, prestazioni avanzatissime). Ciò ha creato una situazione di servizi a singhiozzo, non continuativi... e proprio per questo, poco affidabili. Se ho il femore rotto oggi, poco mi importa se dopo quattro mesi ci sarà un ortopedico in quella struttura; lo stesso dicasi nel caso di un tumore, nel caso in cui al cliente venga detto che deve attendere mesi per il prossimo chirurgo generale.
Io credo fortemente che il segreto del fiorire di una missione sia prima di tutto il fatto di esserci tutto l’anno, di essere disponibili ventiquattr’ore al giorno e per sette giorni alla settimana: questa continuità e dedizione creano una fiducia inossidabile con la popolazione, che sa che in quella struttura trovi sempre qualcuno che ti può aiutare.
Sono persuaso che, quando si inizia un servizio, questo deve essere continuativo e sempre a disposizione, per dare alla gente la sicurezza anche emotiva che in qualunque momento si può essere aiutati. Indubbiamente la dedizione totale e la presenza continua hanno effetti positivi anche sugli altri due aspetti a cui ho accennato prima: se sei sempre in missione; se sei donato ai poveri senza riserve, la tua gente in patria crede in te, si fida di te, ed anche gli aiuti economici continuano ad arrivare. Inoltre, lavorando notte e giorno in ospedale, si può in qualche modo anche diventare un modello di vita da imitare ed un deterrente contro la corruzione.
Credo fortemente in questo aspetto di donazione coerente e continua, ed umilmente penso che questo sia uno dei segreti di Chaaria.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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