sabato 8 agosto 2015

La gioia di Fiorenzo Meme

Meme è una delle presenze più belle del nostro centro Buoni Figli.
Non ha problemi di disabilità mentale, ma è invece gravemente spastico.
E' una persona dolcissima e profondamente buona; possiede inoltre un quoziente intellettuale del tutto normale.
E' un uomo di grande preghiera e di una fede solida come la roccia.
E' sempre molto affettuoso anche con i compagni di gruppo al centro, e sa farsi voler bene da tutti i volontari.
Oltre alla grande croce che pesa sulle sue spalle a motivo della disabilità fisica, Fiorenzo da anni soffre molto perchè non ha mai avuto notizie della sua famiglia: l'abbandono è stato per lui un dolore pungente che è andato via via crescendo con il passare del tempo.
Lui conosce il suo villaggio di origine, ma non ricorda la sua casa e nemmeno il circondario dove la sua famiglia viveva: infatti era stato portato al Cottolengo quando era piccolissimo.
Dietro sue pressanti richieste, siamo andati più volte a fare ricerche dei suoi familiari. 
Anche Fratel Robert ci era andato insieme a Meme, ma la gente sembrava omertosa e nessuno ammetteva di conoscerlo o di sapere dove la sua famiglia vivesse.


Forse temevano che la ragione della nostra visita fosse quella di lasciare a casa il ragazzo per sempre.
Meme però non si è scoraggiato ed anche quest'anno ha chiesto di andare a cercare i suoi cari.
Stavolta però la missione si è dimostrata inaspettatamente un successo: dopo ore ed ore di ricerche, la delegazione composta da Fr Dominic, Sr Cecilia, Simon e Meme in persona, è riuscita a trovare la casa in cui ancora viveva l'anziano papà di Fiorenzo.
E' stato un incontro molto commovente ed anche straziante, un incontro di lacrime e gioia allo stesso tempo.
Sono state ore intense di affetto per entrambi!
Naturalmente non abbiamo lasciato a casa Meme: le sue condizioni di salute e l'età del genitore (ormai completamente solo) non lo avrebbero permesso.
Fiorenzo è tornato a Chaaria, ma ora è raggiante e davvero felice.
Ovviamente si propone di andare sovente a trovare suo papà: Fiorenzo è troppo buono e non lo incolpa affatto per averlo abbandonato e per non essere mai venuto a trovarlo.
Anche in questo egli è per me un grande modello, ed un gigante di umanità.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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