lunedì 31 agosto 2015

Un caso veramente particolare

Il paziente è arrivato con un importante dolore allo scroto.
Visitandolo ho visto due enormi masse che occupavano entrambi gli emiscroti e causavano la scomparsa totale del pene.
Lo scroto era molto dolente anche se il paziente sosteneva che quelle masse enormi erano presenti da 25 anni.
Prima di tutto ho pensato ad un grande idrocele bilaterale, ma l’ecografia non era molto chiara, in quanto, invece della solita immagine completamente nera e classica del liquido, io vedevo un fluido grigiastro (iperecogeno) e pieno di detriti.
Saranno due ernie inguino-scrotali irriducibili?
Ho portato la sonda sulla regione ipogastrica ed ho notato un’altra enorme massa cistica con caratteristiche ecografiche simili alle strutture viste nello scroto: sarà intestino?
Per un attimo mi sono illuso che fosse una ritenzione di urina, anche se il malato diceva di urinare bene, ed anche se le caratteristiche ecografiche della vescica piena sono molto diverse da quello che vedevo.
Magari è un volvolo del sigma!!
La TAC addominale ci potrebbe davvero aiutare, ma il paziente è un poveraccio e davvero non se la può permettere.


Decidiamo allora per la laparatomia esplorativa: la massa addominale c’era, enorme e spaventosa, ma non era intestino!
Era completamente coperta dal periotoneo viscerale. Pian piano l’abbiamo speritoneizzata ed isolata, solo per renderci conto che era la stessa massa che riempiva anche l’emiscroto di sinistra.
L’abbiamo pian piano isolata, poi l’abbiamo perforata per farne uscire il liquido e farla così passare per il canale inguinale. L’abbiamo quindi completamente esteriorizzata nello scroto.
A questo punto l’intervento è continuato come al solito, con l’evaginazione della tunica vaginale del testicolo...alla fine era solo un enorme idrocele sinistro!
Avendo l’addome aperto, ho potuto appurare che neppure a destra c’era un’ernia incarcerata, ed ho quindi proceduto ad operare anche il secondo idrocele.
L’intervento è stato quindi molto più semplice del previsto, anche se non sono mancati momenti molto tesi, soprattutto quando non sapevamo che cosa fosse la massa addominale e da dove originasse.
In pratica il paziente aveva due enormi idroceli. Quello di sinistra era risalito nel retroperitoneo, dove si era scavato una nicchia che dava l’immagine ecografica della massa addominale.
Un altro dei casi stranissimi che si vedono a Chaaria!

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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