sabato 17 ottobre 2015

Bentornato a casa, fratello!

Oggi ti abbiamo riaccolto a braccia aperte!
Quanto ci sei mancato in questo mese in cui sei stato in Italia!
Anche se apprezziamo sempre la tua presenza qui a Chaaria con noi, in questi giorni della tua assenza abbiamo sperimentato la verità del detto secondo cui: ti accorgi dell'importanza di una persona, solo quando questa non c'è al tuo fianco. 
 E' allora che tocchi con mano quanto questa persona sia importante per te e quanto faceva in tuo aiuto.
Sono contento anche di questa esperienza di lontananza che mi ha illuminato ancor meglio su ciò che sei per me e per Chaaria tutta.
Onestamente comunque ringrazio il Signore che questa assenza si sia ora conclusa!
Oggi sono felicissimo di accoglierti nuovamente a casa, non per scaricarti addosso tutte le incombenze che, volente o nolente, ho dovuto sobbarcarmi in questo mese perchè tu non c'eri; ma per avere al mio fianco una persona amica con cui condividere i pesi e le responsabilità della Missione; una persona che mi vuole bene e mi capisce; una persona che è sempre pronta a stendermi la mano quando sto per affogare nei guai.
Sì, a Chaaria è davvero importante avere qualcuno con cui condividere, qualcuno di cui fidarsi ed a cui chiedere un aiuto quando sei in difficoltà.


Grazie per essere tutto questo per me e per tanti altri qui a Chaaria.
Vogliamo farti sentire tutto il nostro affetto e la gioia che proviamo ora che sei nuovamente qui con noi. So di esprimere anche il pensiero dei Fratelli, delle Suore, di moltissimi dipendenti e di tanta gente semplice di Chaaria che apprezza la tua amicizia, il tuo servizio ed il tuo aiuto.
Bentornato davvero, carissimo Fr Giancarlo!

Fr Beppe


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....