sabato 31 ottobre 2015

Mama Sharon

Oggi è venuta a salutarci Mama Sharon in una brevissima pausa scolastica che le ha permesso anche di rivedere i suoi bambini.
L'abbiamo trovata tutti molto bene, serena e motivata. E' ormai arrivata all'ultimo trimestre di lezioni teoriche, a cui si aggiungeranno ancora 6 mesi di tirocinio... che comunque lei ha deciso di fare qui a Chaaria.
Per questo, a metà dicembre Mama Sharon lavorerà nuovamente con noi, e sarà di nuovo parte del nostro staff, pur rimandendo ancora studente per un semestre.
Abbiamo sentito tutti la sua assenza ed è mancata moltissimo anche a me, in quanto mi aiutava pure in ambulatorio ed in gastroscopia, oltre che in sala.
Ora praticamente mancano meno di due mesi al suo rientro. Insieme a Mama Sharon, siamo molto grati alla benefattrice che le ha pagato la scuola e le ha permesso di portare a termine questo importantissimo passo avanti nella sua vita, nella sua crescita umana e professionale, e, non ultimo, nella sua autostima.
Mama Sharon ha studiato seriamente, è stata onesta e laboriosa. Per questo è stata un investimento positivo per i donatori, che hanno speso bene i loro soldi.


Ora rientrerà al lavoro con nuove conoscenze e nuove capacità che insieme porremo al servizio dei malati che la Provvidenza ancora ci regalerà.
Oggi poi Mama Sharon mi ha raccontato un episodio che mi ha fatto sorridere e mi ha gratificato molto: mi ha detto che, mentre a Meru aspettava il matatu per Chaaria, la gente le diceva: "Sei malata? Come mai vai a Chaaria?"
Lei allora ha informato che è membro dello staff e che non era malata; a questo punto la gente le ha detto: "Chaaria è il nostro piccolo Kenyatta, dove vai per i casi più complicati e gravi".
Per chi non è mai stato a Chaaria, il Kenyatta National Hospital di Nairobi è l'ospedale più grande dell'Africa Orientale, è sede dell'Università di Medicina ed è l'ospedale di riferimento per tutti i casi più complessi.
Il paragone con il Kenyatta naturalmente non regge ed è probabilmente un po' puerile, ma dà comunque un'idea della stima che la gente ha per noi.
Mama Sharon ritorna a scuola domani dopo messa, e tutti noi le auguriamo ogni bene in questa volata finale dei suoi studi.
L'aspettiamo inoltre a braccia aperte a lavorare nuovamente nel nostro team chirurgico.

Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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