mercoledì 20 gennaio 2016

Lezione magistrale per medici a Meru

Questa sera alle ore 19 sono stato il relatore di una lezione che si è tenuta presso l'Ordine dei Medici di Meru (Kenya Medical Association. Meru Division).
L'argomento affidatomi è stato piuttosto impegnativo, ma, con l'aiuto insostituibile della dottoressa Nadia Chiapello che mi sostiene nel preparare le presentazioni power point, la lezione magistrale è stata un vero successo.
Sono riuscito nella mia carrellata di fisiologia ed ematologia, a tenere viva l'attenzione dei colleghi su situazioni e patologie in sè molto difficili ed a volte anche rare.
Il numero dei colleghi partecipanti è stato notevole, a sostegno del fatto che ora sanno che le presentazioni di Chaaria sono in genere interessanti e preparate con impegno e competenza.
Anche questa è stata una nuova occasione in cui abbiamo presentato il nostro ospedale come un centro di eccellenza in cui si fa dell'ottima medicina e della seria ricerca scientifica, oltre che un luogo di servizio e di carità.


Fa parte dei nostri sogni che Chaaria sia sempre anche un luogo di ricerca e di serio interesse scientifico: pure in questo senso ci impegnamo a fondo, sia con la formazione permanente del giovedì mattina, sia con la disponibilità a partecipare a simposi e convegni in qualità di relatori, e sia anche nella pubblicazione di articoli scientifici.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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