venerdì 29 aprile 2016

Ormai siamo un ospedale di riferimento

Da sempre riceviamo i casi complicati di molte strutture sanitarie periferiche e rurali.
Con gli anni i pazienti che sono stati riferiti al nostro ospedale sono diventati sempre più complessi e complicati.
Da molto tempo noi siamo inoltre punto di riferimento ostetrico-chirurgico per tutti i casi di maternità complicata. A noi fanno riferimento innumerevoli maternità rurali sprovviste di sala
operatoria.
Le strutture cottolenghine di Gatunga e Mukothima portano a noi i loro casi complicati, usando la loro ambulanza.
Da un po' di tempo a questa parte poi abbiamo offerto il nostro servizio di ambulanza a strutture sanitarie rurali che ne sono sprovviste.
La cosa è ormai assodata e collaudata con "Kaongo Health Centre and Maternity" e con "Giaki Subdistrict Hospital".
Offriamo loro la nostra disponibilità ventiquattr'ore su ventiquattro non solo per i servizi clinici, ma anche per il trasporto dei malati dalla loro struttura fino a noi.
Per le ore notturne e durante i week end l'autista dell'ambulanza è Fr Giancarlo. Si tratta quindi di un impegno assai gravoso, che comunque riteniamo molto importante.


Soprattutto per l'area ortopedica siamo inoltre diventati ospedale di riferimento anche per il "Meru Teaching and Referral Hospital", che si appoggia a noi per interventi ortopedico-traumatologici nei periodi in cui il Dr Luciano Cara è qui a Chaaia a prestare il suo servizio volontario.
Chaaria sempre di più acquista un valore significativo nell'offerta di salute alla gente della nostra zona.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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