mercoledì 13 luglio 2016

Coro gospel alla piccola casa di Biella

Domenica scorsa il concerto al Cottolengo di Biella è andato benissimo.
In tanti hanno cantato e ballato per Chaaria nella Chiesa Grande.
Che bello vedere tanta gioia in Chiesa, che bello aver portato anche a Biella un po' di quella vitalità e di quel vigore che sono propri dei momenti liturgici africani!
Che stupendo veder cantare (nel video e nelle foto che Raffaella ci ha mandato) le ragazze del Cottolengo.
Dal tabernacolo è stato tolto il Santissimo per il concerto; lo si è fatto per il dovuto rispetto verso l'Ostia Consacrata... ma forse avrebbe potuto anche starci, perchè in fondo il protagonista di un coro Gospel è proprio Lui! (parere assolutamente personale e forse teologicamente scorretto).



Al concerto sono intervenuti molti amici di Chaaria: Claudio Ame, Franco di Novara, Viviana e Rosvaldo, oltre a Sr Lilli di Chaaria, Sr Beth di Nairobi, Sr Carla che a Chaaria ci è passata in noviziato.
Ringrazio tutti i partecipanti: le Suore, i Fratelli, i Sacerdoti, i Volontari, la gente di Biella e soprattutto gli ospiti della Piccola Casa.
Ringrazio Padre Aldo, Madre Giovanna, Fr Stefano e tutti i responsabili di Biella che hanno permesso questo bell'evento.
Ringrazio "Biella Gospel Choir & Biella Cotto Angels" per la bella musica offerta.
Enorme gratitudine all'Associazione CRESCO che ha organizzato l'evento ed ha anche promosso la vendita dei libri POLVERE ROSSA, con la collaborazione degli amici della libreria san Paolo di Torino.
E' come se da Biella ci aveste mandato un sonoro e toccante messaggio che alle nostre orecchie è suonato: SIAMO CON VOI!!!!
Le facce felici delle ragazze del Cottolengo e di tutti i partecipanti sono oggi la nostra gioia.
Grazie di cuore di quello che avete raccolto.
Anche questo sarà importantissimo per costruire pian piano il nostro ambulatorio di chirurgia oculistica a Chaaria.
Che Dio vi benedica e vi ricompensi di tutto!

Fr Beppe Gaido e Fr Giancarlo





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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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