mercoledì 20 luglio 2016

Il dono della Croce Rossa di Mondovì per Chaaria

Durante una significativa cerimonia nella sede del comitato della Croce Rossa di Mondovì è avvenuta la consegna di parte del ricavato del “Gran Galà” della Cri, svoltosi il mese scorso alla “Borsarella”, voluto ed organizzato da Maura Pilone Prette Parte del ricavato (1500 euro) è stata devoluta al nostro ospedale, grazie all’amiciza ed al sostegno del Dr Filippo Gallo.
Ringraziamo di cuore la Presidente della Caritas Maura Prette per aver organizzato il “Gran Galà” che quest’anno, oltre a sostenere altre attività sanitarie e sociali nel territorio a beneficio dei più indigenti ha voluto aiutare anche il nostro ospedale, che in cambio promette un impegno sempre più radicale e generoso nell’aiuto di tutti i poveri che bussano alla nostra porta.
Ci sentiamo in comunione con la Croce Rossa di Mondovì, che non è solo un ente che si occupa dell’importante servizio di volontariato sulle ambulanze, ma che è particolarmente attenta ai bisogni dei poveri, degli indigenti e di tutti coloro che non possono pagare le spese sanitarie sia in Italia che all’estero.


Grazie a tutti coloro che sono intervenuti al “Gran Galà e che ci hanno aiutati con le loro generose offerte, e grazie agli artisti che hanno messo a disposizione le loro opere per raccogliere fondi per noi e per gli altri enti beneficiari.
Un sincero rigraziamento alla Croce Rossa di Mondovì.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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