martedì 9 agosto 2016

Francesco e Katiuscia

E' stato bello oggi rivederli dopo che si sono sposati.
Erano stati qui anche l'anno scorso, ma non erano ancora marito e moglie.
Hanno mantenuto il loro impegno di venire ogni anno a trovare i  ragazzi del centro Buoni Figli, al fine di rinnovare il loro affetto, il loro ricordo e la loro dedizione.
Come ormai è tradizione, Francesco e Katiuscia hanno voluto far sentire il loro affetto ai nostri ragazzi in uno dei modi che sanno fare davvero molto bene: e cioè la loro stupenda cucina.
Anche oggi infatti sono venuti con tutti gli ingrediente per una meravigliosa pastasciutta che ha raccolto l'entustico benvenuto da parte di tutti i ragazzi che si sono fatti una vera scorpacciata.
Ma al di là del buonissimo piatto italiano da loro preparato, essi hanno distribuito ai ragazzi affetto e tenerezza nelle molte ore trascorse al centro.
Anche i Buoni Figlii sanno cogliere molto bene che, se una persona fa 6500 chilometri ogni anni per venire a trovarli, essi hanno un posto privilegiato nel loro cuore.


Grazie di vero cuore a Francesco e Katiuscia ed auguri di ogni bene per la loro vita.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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