venerdì 16 dicembre 2016

Non abbiamo ancora sentito miglioramenti

Lo sciopero nazionale dei medici continua, e non si vedono schiarite.
E' invece terminato quello degli infermieri delle strutture governative.
Al momento però non abbiamo ancora sentito alcun impatto positivo dalla ripresa lavorativa dei colleghi infermieri: il numero dei pazienti è rimasto elevatissimo in tutti i dipartimenti, ed anche la maternità continua a scoppiare di mamme, di parti, di cesarei e di complicazioni di ogni tipo.
Crediamo comunque che il ritorno al lavoro degli infermieri lentamente decongestionerà l'ambulatorio, soprattutto dalle patologie meno impegnative ma richiedenti tempo ed attenzioni: mi riferisco a tutti quei malati che vengono per medicazioni, per togliere i punti dopo interventi chirurgici, ma anche per patologie minori, come malarie non complicate, diarree ed infezioni polmonari.
Pensiamo che anche alleggerirà il lavoro nel punto nascita, perchè tutte le maternità governative rurali del nostro circondario, ora totalmente chiuse, riapriranno e funzioneranno come prima: anche in condizioni normali infatti in tali strutture non c'è un medico, e quindi gli infermieri sanno come gestire un parto in autonomia.
Sono invece convinto che rimarrà altissimo il numero dei cesarei (4 anche oggi), perchè tutte queste strutture periferiche di cui ho accennato sopra, non possono indirizzare le pazienti con complicazioni all'ospedale generale di Meru, in quanto la sala operatoria rimane completamente chiusa a motivo dello sciopero dei medici.


Nessun cesareo quindi nelle strutture pubbliche!
Vedo ovviamente una pressione che non accenna a diminuire per tutti i casi di patologie chirurgiche ed ortopediche: la ragione è la stessa...i medici scioperano e le sale operatorie restano ferme.
Non riesco a star dietro al numero incredibile di richieste di operazione; alla lista ordinaria, già difficilissima, si aggiungono poi i tanti cesarei d'urgenza e le emergenze chirurgiche...questo fa sì che ci siano pazienti che aspettano due o tre giorni prima di entrare in lista, anche se lavoriamo pure al sabato ed alla domenica.
Anche oggi la seduta operatoria di Chaaria si è protratta dalle 8 di mattina alle 20.30.
Al momento non ce la faccio ad iniziare più presto in sala, come facevo ai tempi di Luciano o di Pietro, semplicemente per il fatto che le chiamate notturne sono così frequenti che sovente alle 6 di mattina vado a letto un'oretta dopo tante emergenze, e non ce la farei a riprendere subito con la lista.
Non sempre le chiamate notturne sono legate alla maternità (anche se questa è la ragione principale).
Ieri notte all'1,30 per esempio sono stato svegliato per un morso di serpente velenoso.
Non ricordo più quando ho dormito una notte intera senza chiamate.

fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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