giovedì 27 aprile 2017

Joy

Oggi è venuta a farmi vedere la pagella: davvero impressionante.

Joy si sta impegnando a fondo in questo suo primo anno alle superiori ed ha voti bellissimi.
Le avevo detto di essere seria e di non sprecare i soldi e la fiducia dei donatori che la stanno aiutando a studiare, e sembra proprio che lei ce la metta tutta.
L'unico voto un po' più basso dell'ottimo è chimica, ma anche qui mi ha promesso di migliorare.
Joy è la prima orfana che abbiamo accolto a Chaaria nel 2001, ed è stata la figlia prediletta di Sr Oliva.
In questo senso è un capostipite per Chaaria, una pietra migliare, ed una persona a cui siamo particolarmente affezionati.
Dopo lo svezzamento l'avevamo reinserita a casa con il papà, povero ed epilettico, dopo che era riuscito a risposarsi.
Sono sempre stati una famiglia con grossi problemi economici, ma noi abbiamo continuamente tenuto uno sguardo su di loro.
Joy può ora frequentare le scuole superiori grazie alla generosità dell'Associazione Matumaini di Milazzo, ed a loro va il mio sentito ringraziamento.



Credo proprio che Joy, brava come è, sia un bell'investimento per i benefattori, e sono sicuro che non tradirà la fiducia in lei riposta.
Anche a suo nome, mando un abbraccio virtuale a Carmen Falletta ed agli amici di Milazzo.
Grazie.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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