domenica 30 luglio 2017

Bentornato, Giancarlo! Auguri, Suor Anna!

Quest'oggi abbiamo riaccolto a Chaaria Fratel Giancarlo che e' rientrato dall'Italia.
Ci e' davvero mancato tanto.
E' stata dura portare avanti la missione senza di lui, ed ora il suo rientro ci porta anche un sospiro di sollievo.
Ringraziamo Fr Giancarlo per essere tornato.
Come sempre capita, ancora in questa occasione abbiamo sperimentato la verita' del vecchio detto secondo cui " non ti accorgi di quanto una persona sia importante, finche' essa non ti sia tolta".
Noi conoscevamo onestamente il grandissimo ruolo di Giancarlo a Chaaria, ma la sua assenza ci ha fatto sperimentare anche fisicamente che senza di lui non ce la facciamo a tirare avanti tutti i complicati aspetti della missione.
La sua assenza l'abbiamo sentita moltissimo, ed ora siamo super felici di averlo nuovamente con noi.
Lo abbiamo accolto con una cena semplice e fraterna in cui eravamo tutti presenti: Suore, Fratelli e Volontari.
I piccoli doni che gli abbiamo offerto non sono niente paragonati al grande regalo che Giancarlo ci ha fatto tornando.


A cena abbiamo anche festeggiato Sr Anna, che quest'anno celebra il cinquantesimo di professione religiosa.
50 anni di fedelta' a Dio nella vita religiosa!
La sua presenza laboriosa, umile, entusiasta e silenziosa e' un dono inestimabile per i malati di Chaaria di cui Sr Anna si prende cura con dedizione estrema.
Sr Anna e' un esempio per tutti noi ed a lei ripetiamo il nostro sincero ringraziamento per la grande testimonianza che ogni giorno da lei riceviamo.
Sr Anna e' per noi un Vangelo vivente, una continua predicazione della Buona Novella vissuta e messa in pratica.
Il nostro cuore e' dunque oggi pieno di gioia, pur essendo al termine di una domenica completamente lavorativa.
Accogliamo Giancarlo e gli promettiamo il nostro affetto e la nostra collaborazione.
Ci stringiamo attorno a Sr Anna, nostro grande modello di vita religiosa, di fedelta' al Signore e di servizio incondizionato ai poveri.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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