venerdì 17 novembre 2017

Appello

Come I volontari di Chaaria sanno, in ospedale abbiamo due sale operatorie: quella grande e nuova in cui si fanno le chirurgie elettive, la chirurgia maggiore e l'ortopedia; e poi la cosiddetta sala vecchia o sala piccola in cui ci smazziamo quasi tutte le emergenze, i cesarei e le chirurgie che per occupazione dell'altra sala, non possiamo eseguire da nessun altra parte.
La sala vecchia e' quella storica, in cui abbiamo lavorato sin dal 2002. Fino al 2012 e' stata l'unica sala operatoria dell'ospedale, pur non essendo piu' grande di un cucinino italiano.
Entrambe le sale sono continuamente occupate durante tutta la giornata, fino a molto tardi.
Le emergenze notturne generalmente le facciamo in sala piccola, che ci pare piu' gestibile con poco personale.
La sala grande ha delle luci bellissime che tutti gli ospedali ci invidiano e che a tutt'oggi sono reputate le migliori di tutto il Meru. Per quelle luci, perfettamente funzionanti dal 2012, siamo profondamente grati dall'associazione di Cagliari che a suo tempo ci mando' l'ingente somma necessaria per l'acquisto.
Le luci della sala vecchia invece sono state da sempre raffazzonate ed improvvisate come meglio potevamo. 


Per lo piu' abbiamo usato pezzi di vecchi riuniti dentistici che ci erano stati donati in vari containers. Con queste luci di recupero, che Fr Lorenzo dapprima e Fr Giancarlo dopo, hanno sempre riparato ogni volta che si guastavano, siamo andati avanti fino ad oggi.
Ci sembra pero' che ora queste luci siano davvero arrivate al capolinea. Sono cosi' vecchie che facciamo fatica anche a trovare le lampadine di ricambio. 
Inoltre il sistema elettrico e' cosi' consunto che le lampadine in genere si bruciano pochi minuti dopo che le abbiamo sostituite. 
Da mesi facciamo interventi complessi, come per esempio isterectomie, con una situazione di luci davvero precaria. Ci si vede poco ed e' praticamente impossibile non farsi ombra con la testa o con le proprie mani.
Vorremmo comprare un nuovo sistema di luci per la sala piccola. Ci piacerebbe prenderlo simile a quello che vedete illustrato nella foto, che si riferisce ad una sala operatoria di Nairobi.
Umilmente questa sera faccio il mendicante, perche' purtroppo non ne abbiamo i fondi...per varie vicissitudini dell'ospedale, il 2017 e' stato un anno molto difficile dal punto di vista delle finanze.
Le luci illustrate nella foto costano circa 14000 euro, ma la ditta ce la darebbe anche con un leasing, se noi potessimo pagare almeno la meta' del prezzo prima della consegna e dell'installazione.
Ogni aiuto ci sarebbe molto utile. Appena raccogliamo soldi abbastanza per ordinare le luci, le facciamo installare, e poi pagheremo la seconda meta' del prezzo a rate...sempre con l'aiuto della Provvidenza.
Se qualcuno volesse aiutarci con questo importante progetto per la sala vecchia, puo' andare sul blog, cliccare sulla casella DONAZIONI dove trovera' gli estremi bancari a cui fare la donazione, e poi specificare chiaramente nella causale del versamento: Per "LUCI SALA OPERATORIA CHAARIA"
Il mio ringraziamento infinito a tutti coloro che vorranno donare anche solo pochi euro. Pure le gocce sono importanti per l'oceano, e senza la goccia non ci sarebbe neppure l'oceano.
In quella sala io ci passo ore ed ore, sia di giorno che di notte, e vi assicuro che proprio non ci si vede piu'. La mancanza di luce poi puo' anche diventare pericolosa per il paziente in certi momenti delicati dell'operazione.
Un abbraccio a tutti e grazie di cuore anticipatamente.
A tutti i donatori assicuro la nostra povera preghiera.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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