giovedì 16 novembre 2017

Una volta al mese, al martedi' per i diabetici ed al giovedi' per gli ipertesi, abbiamo una clinica speciale in cui alcuni dei clinical officers sono completamente dedicati all'assistenza di questi pazienti.
Per quel giorno a loro offriamo gli ambienti dove normalmente si svolgono la clinica antenatale e le vaccinazioni dei bambini. Tali attivita' continuano anche in quelle giornate, ma le ricollochiamo in maternita'.
Sia per diabete che per ipertensione, si tratta di cliniche ambulatoriali e quindi rivolte soprattutto a pazienti stabili che necessitano solo controlli, aggiustamenti terapeutici, consigli ed incoraggiamento per portare avanti terapie a volte costose e soprattutto destinate ad essere assunte per sempre.
I pazienti che non vanno bene con la terapia o solo molto gravi, ovviamente vengono ricoverati e possono rivolgersi all'ospedale ogni giorno.
In quelle cliniche ci sono anche dei volontari, per lo piu' pazienti stessi che si sono resi disponibili per compiti di counseling e di spiegazioni circa la dieta e le modifiche delle abitudini di vita, tanto importanti per queste due patologie sempre piu' frequenti anche in Africa.


Durante la clinica offriamo gli esami di laboratorio necessari e le medicine per un mese.
La clinica in genere piace molto ai pazienti che la vivono anche come un'occasione di incontro e di fraternita' con persone aventi la stessa croce da portare.
Per loro e' piu' una festa che una giornata di check up.
Al momento il responsabile di entrambe le cliniche e' Evans Obala, che svolge tale attivita' con passione e con grandissima dedizione.

Fr Beppe


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....