martedì 26 dicembre 2017

Il piu’ giovane guidava il mototaxi, mentre quello di mezz’eta’ era seduto sul sedile posteriore.
Come spesso capita i guidatori di mototaxi sono spericolati e non rispettano le piu’ basilari norme della circolazione stradale.
Le dinamiche dell’incidente non le conosco benissimo, ma quello che i due malcapitati mi hanno detto e’ che la loro motocicletta ha sbattuto contro un matatu. A quanto pare quella della macchina non si sono fatti niente. Loro due invece si sono sfracellati sulla strada riportando le fratture che vedete nelle foto.
Si sono rivolti ad un altro ospedale che pero’ ha offerto solo il primo soccorso, mettendo loro una stecca.
Sono arrivati a Chaaria ieri, giorno di Natale, ma non e’ stato possibile intervenire subito perche’ avevamo gia’ la sala occupata da due bruttissime fratture esposte.
Sono stati operati oggi, giorno di Santo Stefano che, pur essendo festivo anche in Kenya, per Chaaria e’ risultato tremendo: uno tsunami di pazienti da tutte le parti e soprattutto in ambulatorio.
Ma torniamo ai nostri malcapitati dell’incidente!
Ognuno ha avuto praticamente due interventi, al fine di fissare sia il problema del femore che quello della tibia.


Ognuno dei due pazienti ci ha tenuti occupati per circa 3 ore e mezza, e praticamente essi hanno riempito la maggior parte delle giornata, che comunque e’ poi continuata tra emergenze continue, fino ad ora (e sono le 23) quando stiamo facendo l’ennesimo cesareo.
Santo Stefano ed il lunedi’ di Pasqua per noi sono sempre giornate di crisi, e lo sappiamo: molti membri del personale sono assenti per festivita’, ma i pazienti non sentono queste due giornate come festive. Vengono all’ospedale in massa e mettono a dura prova le nostre forze.
La gioia del Natale e’ comunque ancora nei nostri cuori ed oggi abbiamo lavorato serenamente ed in piena armonia.
Pure oggi non sono mancati alcuni pazienti che non hanno apprezzato i nostri servizi, vuoi perche’ c’era troppo da aspettare, vuoi perche’ non abbiamo potuto operarli subito, vuoi perche’ – a detta loro – siamo stati scortesi…ma questa e’ la vita, ed ormai lo so che qualunque cosa tu faccia, avrai sempre chi non apprezza e chi ti e’ contro.
Ancora auguri di buone feste a tutti i lettori.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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