venerdì 16 febbraio 2018

400

Questa sera abbiamo inserito il nostro quattrocentesimo chiodo di Sign.
Per noi e' stato un momento commovente, pensando alle tante persone che ora camminano o usano gli arti superiori grazie a questi straordinari impianti ortopedici che riceviamo gratuitamente dagli amici americani.
E' un numero significativo, soprattutto se lo mettiamo in relazione al tempo.
Abbiamo iniziato il nostro rapporto con Sign nella terza settimana di settembre 2016. Nel primo anno di collaborazione, e cioe' dal settembre 2016 al settembre 2017, abbiamo impiantato 146 chiodi in altrettanti pazienti.
Da meta' settembre 2017 ad oggi siamo passati a 400, inserendo quindi 254 chiodi in cinque mesi.
Mi commuove pensare a tutti i poveracci che abbiamo guarito.
Per tutti cito oggi Damiano.
Le sue lastre sono nelle foto di oggi.
Ha avuto un incidente mostruoso a novembre 2017, che gli ha spappolato il ginocchio e gli ha causato una frattura esposta di tibia e femore.
Era stato in un ospedale pubblico dove non gli era stato fatto quasi nulla.


Aveva chiesto il trasferimento a Chaaria, dove immediatamente gli avevamo applicato un fissatore esterno per far guarire i tessuti molli.
Pian piano le ferite si sono chiuse e l'infezione e' stata dominata.
Ora, con i chiodi di Sign che gli abbiamo inserito, Damiano gia' cammina ed e' pronto alla dimissione.
Mi sembra davvero che i chiodi di Sign abbiano del miracoloso.
Certamente il lavoro e' incrementato in maniera esponenziale, ma insieme sono aumentate anche le umane soddisfazioni per noi e l'aiuto che possiamo dare alla nostra gente.

Fr Beppe



Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....