Mi è venuta voglia di condividere alcune considerazioni: quando uno studente arriva, alla fine di un lungo percorso, ad ottenere la Laurea in Medicina e Chirurgia, di solito, ha due obiettivi: uno primario, curare i malati al meglio ed uno conseguente: diventare bravo nel suo lavoro per soddisfare il primo; questo giovane medico cercherà di studiare, di confrontarsi con Medici più esperti , di scalare, insomma le “vette del sapere”. lunedì 2 aprile 2018
Lettera di un amico
Mi è venuta voglia di condividere alcune considerazioni: quando uno studente arriva, alla fine di un lungo percorso, ad ottenere la Laurea in Medicina e Chirurgia, di solito, ha due obiettivi: uno primario, curare i malati al meglio ed uno conseguente: diventare bravo nel suo lavoro per soddisfare il primo; questo giovane medico cercherà di studiare, di confrontarsi con Medici più esperti , di scalare, insomma le “vette del sapere”. Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido
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