martedì 8 maggio 2018

Lucy è stata violentata

I mali del mondo sono piu’ o meno gli stessi a tutte le latitudini.
La cultura non c’entra; cosi’ come lo status economico e sociale non ha nulla a che fare con le spinte animalesche che a volte prendono il sopravvento in noi.
Questa riflessione triste mi e’ stata provocata dall’incontro con Lucy e con la sua mamma.
Lucy e’ una ragazza handicappata mentale, tenera come il nostro Mururu. Ti saluta e ti accarezza con un sorriso innocente ne’ piu’ ne’ meno che il nostro “Buon Figlio”.
Lei pero’ e’ venuta all’ospedale con il “pancione”: si vede che non sta bene, ma non sa spiegare alla mamma dove sia il problema. Parla con monosillabi difficilmente intelligibili persino per la sua genitrice.
Vengo a sapere che e’ anche epilettica.
Temo che Lucy non sia affatto collaborativa, ed invece si lascia fare tutto... basta sorriderle, accarezzarla un po’ su una guancia e fare tutto usando un tono di voce dolce e conciliante.
Temevo che la mia faccia di “Mzungu” le avrebbe creato panico, ed invece e’ stata bravissima.
Mi sono quindi reso conto che Lucy ha una gravidanza a termine.
Purtroppo pero’ il battito cardiaco fetale non e’ incoraggiante, ed il suo bacino ha ossa troppo prominenti per permettere il parto. Noto una quantita’ ragguardevole di meconio.


Mentre la visito, Lucy si guarda le mani e se le strofina davanti agli occhi in un gioco che solo lei conosce.
La mamma legge nei miei occhi la domanda inespressa, e mi parla senza essere interrogata: “Non e’ sposata, perche’ e’ debole mentale". 
Abita con noi, ma spesso passeggia per strada. E’ molto socievole con tutti nel villaggio. Deve essere stato qualche poco-di-buono che si e’ approfittato di lei durante le ore del giorno. Infatti non esce mai dopo il tramonto. 
Siccome Lucy e’ molto irregolare con il mestruo, io non mi sono preoccupata fin quando ho visto che diventava troppo “grassa” e le veniva la pancia.
E’ stato allora che l’ho fatta sdraiare sul letto; le ho messo una mano sull’ombelico ed ho avvertito i movimenti del piccolo.
E’ stata una botta dura da digerire alla mia eta’.
Io e mio marito siamo vecchi ed i fratelli di Lucy sono lontani ed ormai sposati. Lei e’ nata cosi’ forse perche’ eravamo gia’ attempati quando l’abbiamo concepita.
Pensando alle sue condizioni, ho capito subito che avrei dovuto prendermi cura della nuova creatura... ma non ho mai pensato all’aborto”.
Mi sono commosso, e sono rimasto edificato dalla forza e dal coraggio di questa nonna che ora e’ pronta a ridiventare mamma per un neonato non cercato.
Temevo molto il cesareo.
Infatti era notte, e Jesse non era presente. Ma tutto e’ andato meglio del previsto.
Con parole dolci e con qualche carezza siamo riusciti a praticare la spinale. Il difficile e’ stato capire quando il farmaco fosse risalito abbastanza per eliminare il dolore, evitandoci pero’ lo spauracchio sempre presente dell’arresto respiratorio.
Ma ci e’ andata bene. Lucy non riusciva a capire la differenza tra sentire e non sentire dolore. Ci siamo quindi aiutati con dei pizzicotti a varie altezze del suo addome per immaginare quando fosse il momento giusto per tirare un po’ su la testiera del lettino.
La Provvidenza ci ha seguiti, guidati e protetti.
Il cesareo e’ stato veloce e liscio come l’olio. Non si sono verificate crisi epilettiche in sala, e non abbiamo registrato alcun altro problema.
Dorothy ha tentato di mostrare a Lucy il suo maschione di 3500 grammi.
Ma lei aveva gli occhi chiusi e le ciglia aggrottate, seguendo un filo di pensiero che solo lei conosceva (mi ha ricordato tanto Kimani quando parla da solo).
Ora sta recuperando nella stanza delle operate. E’ diventata mamma, ma non credo che se ne sia resa conto.
Il padre del bambino magari sa quello che ha fatto, perche’ la notizia di una handicappata messa incinta da sconosciuti fa scattare un tam-tam incredibile pure da noi... ma certamente si guardera’ bene dal venire allo scoperto.
E’ cosi’ le ingiustizie del maschilismo irresponsabile, violento e repellente si perpetuano e si si ripetono all’infinito. Forse quell’uomo sara’ addirittura sposato e stara’ facendo delle prediche interminabili alle sue figlie, dicendo loro di guardarsi dagli sconosciuti.
Nessuno mai sapra’ quante altre bambine e ragazze adeschera’ prima di essere acciuffato.
La cosa positiva in questa vicenda e’ che Lucy e’ HIV negativa nove mesi dopo lo stupro... e poi Lucy ha una nonna stupenda.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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