Mi e' capitato di parlare con dei volontari di una associazione che lavora in Rwanda.
Abbiamo condiviso circa le difficolta' che si incontrano nell'aiutare il prossimo.
Si chiacchierava del fatto che a volte ci sono episodi di disonesta' e che talvolta gli aiuti economici inviati non raggiungono le persone per cui erano destinati.

Ovviamente queste esperienze fanno molto male e possono scoraggiare.
Ci si sente traditi ed usati.
Mi hanno raccontato di soldi deviati ad aiutare persone gia' ricche e non bisognose, oppure di messe in scena preparate per commuovere (capanne preparate ad hoc, piene di gente stipata in esse, ma che poi erano degli attori per commuovere I "bianchi").
Da parte mia ho semplicemente detto che queste cose possono succedere e che di scottature del genere anche io ne ho avute parecchie, ma ho anche ripetuto alcuni punti fermi di cui sono convinto.
Prima di tutto non bisogna lasciarsi scoraggiare o generalizzare. I disonesti ci sono dappertutto ma c'e' sempre anche tanta gente brava e pulita.
Ovviamente ci sono approfittatori che non son poveri ma vogliono solo arricchirsi alle spalle dei donatori, ma ci sono anche moltissimi veri poveri che hanno bisogno del nostro aiuto.
Per evitare queste situazioni dolorose e deludenti e' importante che ci sia una persona assolutamente fidata a gestire le offerte nel Paese dove sono destinate.
Le offerte mandate senza controllo rischiano spesso di non essere il modo migliore di aiutare. Bisogna che qualcuno sia presente in loco e che controlli la trasparenza degli aiuti.
Per quanto riguarda Chaaria la situazione e' ovviamente diversa proprio perche' ci siamo fr Giancarlo ed io a gestire le offerte e ad usare il denaro che riceviamo esattamente per il fine per cui il donatore lo manda e sempre per aiutare I poveri.
La nostra presenza e' insieme una garanzia ed una promessa di assoluta trasparenza. Noi usiamo le offerte solo per I poveri e mai ruberemmo o useremmo con disonesta' denaro che in effetti appartiene ai poveri e di cui siamo responsabili di fronte a Dio.
fr Beppe
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