mercoledì 22 maggio 2019

Caso tipicamente africano

Me lo hanno presentato in sala come un paziente che aveva un corpo estraneo da togliere.
Onestamente pensavo alla solita spina di un rovo, o ad un pezzo di legno.
Invece la lastra mi ha sorpreso non poco.
Non e' assolutamente la prima volta che ci capita, ma certo fa sempre una certa impressione vedere una freccia ritenuta nei tessuti di una persona.
Naturalmente il paziente asserisce di essere assolutamente innocente e di non sapere perche' qualcuno lo abbia assalito con arco e frecce.
E' strano che a Chaaria vengono sempre e solo i buoni, anche quando si tratta di ferite da machete, da arma da fuoco o da...freccia.
Chissa' in che ospedale vanno i cattivi!!!


L'estrazione comunque non e' stata difficile, e, per pura fortuna del paziente, la freccia non ha raggiunto l'arteria femorale.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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