Caro Beppe,
Non è facile, anche perchè la mia testa ed il mio cuore sono traboccanti, e quando è così, esprimere a parole o per iscritto ciò che provo è un’ardua impresa.
Partiamo dalle cose semplici: Chaaria per me ormai è un po’ una seconda casa; come ti dicevo ieri sera, non sento nostalgia dell’Italia e mi sembra di essere più serena qui che ultimamente là. Il bilancio è assolutamente positivo, almeno da parte mia.
Sono stata anche fortunata: sono partita senza conoscere nessuno, ed ho trovato un gruppo di gente splendida... la prima sorpresa è stata di trovare qui Ezio, che già avevo conosciuto per un breve periodo l’anno scorso, e che quest’anno si è dimostrato una persona veramente speciale, e con il suo esempio ci ha dato una lezione di vita. Poi Milena, sempre presente e disponibile, elemento stabilizzante del gruppo; Katia sempre entusiasta; Valentina che non riusciamo più a tirare via dai “Buoni Figli”; Lorena, solare e sensibile, elemento centrale del gruppo. Ed infine Max, paziente e disponibile, oltre che ottimo chirurgo, e Pinuccia infaticabile e disponibile, che ti sarà di supporto nei prossimi mesi.
Il lavoro è sempre tanto, ma è stato affrontato con entusiasmo ed allegria, per cui anche i famosi cesarei delle 11 di sera sono diventati occasioni di confronto e di collaborazione.
Quest’anno anche il rapporto con i “fratellini” è stato per me molto positivo, e con una parola d’Italiano e due d’Inglese siamo riusciti a capirci e a creare un rapporto.
Come sempre ho la sensazione di andare via portandomi a casa assai di più di quello che ho potuto dare... L’esperienza mi è senz’altro servita molto anche per quanto riguarda il mio lavoro, non tanto per la parte tecnica, ma soprattutto a livello relazionale: penso che quando mi capiterà in reparto una persona che non parla Italiano, ripenserò a come ci si sente ad essere in mezzo a persone che non capisci, e cercherò di essere più attenta e disponibile.
Silvia
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