martedì 23 marzo 2010

Le pulci penetranti


Sono un problema che di tanto in tanto troviamo soprattutto tra i malati piu’ poveri che camminano scalzi o hanno lunghi contatti con il suolo: per esempio dormendo per terra.

Anche se molti volontari ne sono estremamente spaventati, non e’ assolutamente facile esserne affetti, pur non essendo impossibile... pure io me le sono prese piu’ di una volta.

In Inglese le chiamano Jiggers, ed in Kimeru Mbiroro.

Il termine ufficiale latino della patologia sarebbe Tungiasi, dal nome della pulce che provoca la condizione: Tunga Penetrans.

Originariamente la malattia e’ stata descritta in Sudamerica, ma ora e’ ampiamente distribuita in Africa Orientale ed Occidentale, oltre che in parte del Subcontinente Indiano.

E’ causata da una pulce femmina che ha la capacita’ di penetrare permanentemente nel sottocute di uomini, suini, pollame ed altri animali, dopo la copulazione. Essa rimane nell’epidermide per 8-12 giorni, senza causare sintomi: e’ questo il tempo della gestazione, in cui le uova crescono nel suo addome. Quando la gestazione e’ completa, la pulce diventa tonda e grande come i semi dell’uva. A questo punto inizia l’infezione e l’irritazione. Il paziente sente un forte prurito ed il grattamento in qualche modo aiuta la pulce penetrante a spandere le uova mature nell terreno, continuando cosi’ il suo ciclo vitale.

La porta di ingresso e’ normalmente una screpolatura della cute. La pulce ama moltissimo la zona subungueale. Tutte le parti del corpo possono essere assalite, anche se le piante dei piedi sono le piu’ colpite.

Spesso la pulce e’ unica, ma ci sono pazienti cosi’ infestati che, dopo la loro rimozione, le cicatrici fanno assomigliare la cute ad un alveare.

Sovente la pulce matura provoca pus e l’area diventa pulsante e dolente, come quando abbiamo una spina infetta. Una complicazione temibile e’ il tetano.

Le pulci penetranti vanno tolte con un ago sterile, piu’ o meno come quando dobbiamo togliere una spina. E’ molto meglio farsela togliere da una persona del posto che in genere ha una grande esperienza in questo campo. Un tentativo da mano inesperta puo’ portare ad infezione severa.

Per la prevenzione si consiglia normalmente l’uso di scarpe chiuse che arrivino al di sopra della caviglia; questo soprattutto quando si cammina nella polvere: la pulce in questione infatti non e’ una buona saltatrice e molto raramente arriva al di sopra del dorso del piede.


Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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