LA SHAMBA (IL CAMPO)
L'attività agricola è da noi ritenuta molto importante e parte integrante della testimonianza della nostra Missione.
Chaaria si trova in una zona depressa in cui non ci sono industrie né posti di lavoro, per cui normalmente la gente mangia quello che riesce a coltivare nel proprio piccolo campo. Senza un pezzo di terra è quasi impossibile sopravvivere, e quindi la terra è considerata il bene primario ed uno dei più grandi doni di Dio.
Sarebbe una grande contro-testimonianza se noi lasciassimo incolti gli acri di terra che la Divina Provvidenza ci ha dato; se noi comprassimo a Meru tutto il cibo che ci è necessario, la gente ci classificherebbe come ricchi, e ci sentirebbe troppo diversi da loro.
La shamba dunque dice alla gente di Chaaria che noi pure dobbiamo lavorare per avere un po' di granoturco nei nostri granai; anche noi dobbiamo sperare in una buona stagione delle piogge per non perdere tutto ciò che abbiamo seminato... e purtroppo quest’anno la siccita’ sembra proprio aver causato il fallimento totale dei raccolti!
La popolazione quindi vede che alla Missione i Fratelli e le suore lavorano come loro ed hanno gli stessi problemi; la nostra attività agricola e zootecnica può anche insegnare loro a introdurre nuove colture, a cambiare metodi e a incrementare la produttività dei loro piccoli appezzamenti di terreno, a far sì che gli animali da cortile producano di più e maggiormente contribuiscano al miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie.
Anche i Fratelli e le Suore che lavorano nella shamba o nella stalla, lo fanno per i poveri a cui procurano il cibo quotidiano (produciamo infatti non solo quanto mangiamo, ma anche quanto diamo ai Buoni Figli ed ai malati), ed inoltre condividono la vita dei contadini della nostra zona che si nutronono solo di quello che la terra riesce a produrre per loro.
2) IL SOSTEGNO MATERIALE AI POVERI
Il Santo Cottolengo non chiudeva le porte a nessuno e voleva che nella portineria della Piccola Casa ci fosse sempre un po' di cibo da distribuire ai mendicanti che venivano per chiedere qualcosa. Egli temeva di mandare via Gesù a mani vuote, se qualche povero non avesse trovato quello che cercava alla Piccola Casa.
Anche qui da noi ogni giorno decine di persone povere bussano alle porte del nostro cuore per avere un aiuto materiale: può trattarsi di persone che non hanno da mangiare o di diseredati che disperatamente cercano un lavoro, o di mamme ansiose di trovare un po' di soldi per mandare i figli a scuola. È nostro quotidiano impegno cercare di ascoltare ogni persona che si accosta a noi con un problema: non sempre abbiamo la forza e la capacità di risolvere le loro difficoltà, ma la carità ci insegna che anche l'accoglienza e l'ascolto possono in parte guarire un cuore ferito. Quando possibile cerchiamo di dare quello che ci viene chiesto (ecco il Progetto Buon Samaritano, le adozioni a distanza, le sponsorizzazioni, il pagamento delle tasse scolastiche, il sostegno agli orfani di Nkabune e dell’Huruma Centre)... e se non possiamo, ci sentiamo impotenti e pensiamo che solo Dio può risolvere problemi tanto grandi e complessi.
Grazie alla Piccola Casa e a tante generose offerte che ci sono giunte tramite l’Associazione Volontari Mission Cottolengo, i Volontari Sardi e tanti altri sostenitori, molti trovano qui un lavoro (magari saltuario), delle somme di denaro che permettono loro di affittare un pezzo di terra o di mandare i figli a scuola, o del cibo da distribuire ai bimbi affamati della loro famiglia.
Anche di questo vi siamo debitori e vi ringraziamo moltissimo, assicurandovi trasparenza e impegno incondizionato.
Fr Beppe Gaido
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