venerdì 10 dicembre 2010

La circoncisione femminile ancora esiste

Da statistiche non molto accurate da me raccolte in quasi dieci anni di attivita’ nel campo della maternita’, posso dire che ancora oggi circa il 40% delle donne Meru sono circoncise.
Piu’ si va verso il capoluogo e meno la pratica viene eseguita; mentre piu’ ci si inoltra verso il Tharaka, e piu’ la mutilazione genitale feminile (FGM) e’ praticata.
Questa percentuale diventa poi del 100% per le popolazioni del Nord.
Non si tratta di una vera infibulazione, come in altri Paesi dell’Africa.
Qui da noi la pratica piu’ diffusa e’ quella della clitoridectomia con amputazione delle piccole labbra. E’ difficile per me capire le ragioni storiche che hanno portato a queste mutilazioni nei confronti delle ragazze: mi pare quasi una imposizione maschilista  con cui si voglia impedire ogni tipo di piacere sessuale alla donna, che deve sottostare ai rapporti con il marito solo ed esclusivamente per dargli dei figli.
Per le donne locali però ci sono altri significati molto profondi e per me sconosciuti: con la circoncisione la giovane viene ufficialmente accolta nel mondo degli adulti (le FGM infatti vengono praticate tra i 14 e i 18 anni); sopportando il dolore lancinante di questa pratica tradizionale officiata senza alcun tipo di anestesia, le adolescenti danno una forte prova di coraggio davanti a tutta la popolazione: esse diventeranno donne, dimostrando di poter sopportare quella sofferenza atroce che le rendera’ monche per la vita intera.
Dimostrare di poter sopportare eroicamente queste mutilazioni rende le ragazze orgogliose di se stesse. Il giorno dell’operazione vengono radunate tutte le giovani del villaggio presso la capanna, e per una volta le giovani si sentono regine: esse ricevono attenzioni e regali, e questo fa dimenticare il dolore provato.
Per loro poi la circoncisione ha un significato educativo: per un mese resteranno chiuse in una capanna, dopo il “taglio” rituale. Esse riceveranno il cibo solo dalle altre donne del clan. Non potranno vedere nessun altro. Queste stesse donne sono incaricate di insegnare loro le regole della vita adulta. La circoncisione diventa in pratica una autorizzazione al matrimonio, ed insieme previene per loro il rischio di essere escluse dalla vita del villaggio.
Io onestamente faccio fatica a comprendere tutti questi aspetti culturali.
A me sembra soltanto una tradizione profondamente ingiusta verso le ragazze. Mi riempie di rabbia quando in sala parto vedo donne che complicano con lacerazioni perineali estesissime proprio a causa della circoncisione; oppure quando si deve ricorrere al taglio cesareo a causa di danni permanenti causati dalle cicatrici conseguenti alle mutilazioni.
Come sempre pero’ devo ricordare a me stesso che io non sono venuto per giudicare, e devo invece cercare di aiutare la gente, senza interferire in cio’ che crede profondamente.

Fr Beppe


MAI COME QUEST’ANNO
Quest’anno Chaaria e’ vicina al tracollo a motivo delle circoncisioni maschili. Non abbiamo mai avuto una affluenza del genere.
Le ragioni sono per me difficili da comprendere. Ho gia’ accennato ai nostri prezzi bassi, alla pratica chirurgica eseguita sterilmente, agli anibiotici che noi diamo a tutti ed alle medicazioni quotidiane da noi offerte nella settimana in cui i ragazzi circoncisi si fermano in ospedale.
Ma tutto questo non sembra spiegare appieno il fenomeno che si sta verificando quest’anno: infatti la media giornaliera di circoncisioni per il mese rituale di dicembre era di circa 7-8 per il 2009, mentre quest’anno di aggira sui 20 operandi.
Certamente un ruolo importante lo ha giocato l’assenza di Chaaria del Clinical Officer Dustan Bariu, che fino all’anno scorso e’ stato attivissimo per le circoncisioni tradizionali ed ora e’ in Paradiso.
Pero’ i clienti vengono quest’anno da molto lontano: da Maua, da Isiolo, ecc.
Un altro fatto che spinge molti genitori a cercare la circoncisione in ospedale e’ il fatto che si sono registrati almeno 3 episodi incresciosi nel circondario: un ragazzo e’ morto di infezione dopo la pratica tradizionale, mentre altri due pare siano stati assassinati da qualche maleintenzionato che avrebbe colto l’occasione del periodo di isolamento del “circonsiso” nella capanna per obbligarlo a prendere del veleno (la ragione sembra che fosse una vendetta trasversale verso i genitori).
Avere i figli in ospedale per la circoncisione dona a papa’ e mamma anche la traquillita’ che deriva dalla sicurezza che l’ospedale stesso assicura.
Come gia’ accennato nel post di qualche giorno fa poi, a questi giovani offriamo anche un programma di formazione pastorale ed umana, che per molti genitori assume una importanza crescente.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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