Apro gli occhi quando
sento una voce che mi chiama da un posto indeterminato che non riesco ad
individuare.
Mi sento come in un pozzo
profondo di cui non riesco ad intravvedere l’uscita.
La voce continua a
chiamare, ed io mi sforzo di aguzzare gli occhi.
Poi finalmente intravvedo
una faccia sconosciuta: e’ una ragazza vestita di bianco, ed ha la pelle nera
come la mia; ma non mi pare di conoscerla!
La donna mi parla, e mi
pare che la voce provenga da una bottiglia vuota di cui avverto tutti i
rimbombi: “Era ora che ti svegliassi. Ci sono volute ben sei dosi di chinino in
vena! Hai avuto un attacco di malaria cerebrale”.
Mi guardo in giro ma ho
la testa vuota.
Vedo confusamente tanti
malati nei letti vicini; e’ certamente un camerone molto grande, ma non so bene
dove mi trovo.
Faccio un tentativo di
mettermi seduto, ma mi rendo conto di non essere in grado di controllare le mie
membra: sono totalmente senza forze!
La ragazza che mi ha
svegliato mi ha detto che ero stato portato a Chaaria (dunque mi trovavo a
Chaaria, a quaranta chilometri da Mukothima!); ero stato trasportato con un
matatu da mia moglie, che mi aveva trovato a terra incosciente quando era
tornata dal lavoro dei campi.
Non ho alcun ricordo di
quando io possa aver perso coscienza, ne’ rammento alcunche’ del viaggio in
ospedale.
Quello che so e’ che
normalmente la malaria in me comincia con uno strano senso di inquietudine e di
spavento di per se’ immotivati. In kiswahili diciamo che proviamo KUSHTUKA,
cioe’ attacchi di panico.
Io credo negli spiriti; e
mi pare che, quando la malaria si impossessa di me, e’ come uno spirito
maligno: sento che mi sta succedendo qualcosa, qualcosa di assolutamente
brutto, e ne ho paura!
Poi la testa mi diventa
pesante: mi sento smarrito, stordito, agitato... uno strano dolore mi prende
nel fondo della schiena, appena sopra l’osso sacro... e poi comincio a tremare
come una foglia, alternando momenti di caldo insopportabile, ad altri di freddo
atroce. In quei momenti cerco le coperte... non mi bastano mai; ma poi, dopo
alcuni minuti, non le sopporto piu’, perche’ sudo come un elefante ed ho un
caldo tremendo... e subito dopo il ciclo ricomincia.
Le scosse ed i tremiti a
volte sono tremendi, ed impercettibilmente diventano convulsioni... e poi mi
abbandono al coma profondo, da cui so che mi svegliero’ solo se Dio vuole.
L’infermiera mi ha detto
che ho avuto diarrea e vomito veramente importanti, ma io non ne ho avuto
coscienza.
Quello che vedo e’ che ho
il catetere, e che le mie urine sono marrone scuro come la coca cola.
Sono felice di essere
rinvenuto: so quanta gente del mio villaggio e’ stata stroncata dalla malaria;
attendo l’orario di visita per poter vedere mia moglie. Mi han detto che e’
venuta per due giorni consecutivamente, camminando a piedi da Mukothima; ma io
non me ne sono accorto.
Certo che ora mi sento veramente
uno straccio.
Sono assolutamente senza
forze, e giaccio in un bagno di sudore che sembra non arrestarsi mai.
La bocca mi fa un male
tremendo, perche’ mi sono riempito di ulcere; ed anche se sono cosciente
dell’importanza di mangiare qualcosa, proprio non ci riesco.
Ho dolore dappertutto (mi
sento un novantenne, pur avendo in effetti solo 28 anni); ho una nausea che mi
tormenta, ed un capogiro che mi ipedisce di spostarmi nel letto: non e’ solo
una sensazione di stordimento; vedo proprio la stanza ed i mobili girare!
Lo so che dovranno
passare ancora dei giorni prima che io possa rimettermi in piedi!
Tra l’altro l’infermiera
mi ha detto che ho 4 grammi di emoglobina, ma che stanno gia’ facendo le prove
crociate, e che saro’ trasfuso oggi stesso: e’ stata la mia dolce mogliettina a
donare il sangue per me... Non vedo l’ora di vederla e di dirle grazie.
Fr Beppe Gaido (a nome di
Joseph Mwenda, un paziente del Cottolengo Mission Hospital)
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