lunedì 10 ottobre 2011

Brian Muguna

Eccomi qua, in braccio alla mia mamma di fronte alla erigenda sala operatoria. Ho ricevuto il vostro contributo e vi ringrazio tantissimo. 
Papa' dice che, grazie al vostro continuo aiuto e sostegno, potremo presto iniziare la costruzione della nuova casa (quella vecchia la vedete nella foto); una casa che non sara' completamente in muratura, ma avra' almeno il pavimento di cemento e le colonne portanti in pietra. 
Il tetto sara' di lamiera... e poi pian piano i muri di legno potranno anche essere riempiti di mattoni, per fare della nostra abitazione una vera casa... ma per questo, lasciamo tempo al tempo. 
Una preghiera di bimbo al mio angelo custode per i miei benefatori in Italia. 

Brian Muguna 


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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