In questi giorni abbiamo registrato un numero insolitamente elevato di
ricoveri con sintomi tipici di morbillo:
· rush cutaneo
generalizzato
· febbre
altissima
· congiuntivite
· eritema dell’istmo
delle fauci con Koplik’s spots
· molto spesso
i bambini ricoverati gia’ vengono in condizioni assai gravi per polmonite, che
e’ per noi una complicazione frequentissima e spesso fatale
· qualche volta
essi complicano con encefalite
Siccome da alcuni anni il vaccino per il morbillo e’ fornito dall’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanita’), che ha anche posto l’eradicazione del
morbillo in Africa tra i “millennium goals” da implementare entro il 2015, ogni
singolo caso di morbillo in Africa e’ considerato una epidemia.
Siamo quindi tenuti a fare denuncia alle autorita’ sanitarie governative,
che si mobilitano e raccolgono campioni di sangue da mandare al KE.M.RI., il
laboratorio di ricerca a Nairobi gestito in partnership dal Ministero per la
Salute e dall’ OMS. Entro un mese la diagnosi sara’ confermata.
Per adesso abbiamo creato un isolamento nella stanza che c’e’ dietro alla
lavanderia.
Curiamo la febbre con antipiretici, diamo degli anti-istaminici per il
prurito, copriamo i bambini con antibiotici per prevenire la polmonite, e diamo
la Vitamina A. Uno dei problemi del morbillo e’ infatti il fatto che il virus,
oltre che defedare bambini gia’ compromessi, consuma rapidamente le scarse
scorte di Vitamina A, causando prima keratite, poi corneomalacia e quindi
cecita’ permanente.
Mentre si tratta di una malattia benigna ed autolimitante in Europa, parlare
di morbillo in Africa e’ quindi riferirsi ad una condizione morbosa spesso
mortale e dalle conseguenze a volte devastanti per i bambini, anche in caso di
sopravvivenza. Puo’ complicare con broncopolmonite severa, , diarrea,
malassorbimento, malnutrizione, cecita’, gangrena agli arti inferiori,
encefalite.
Come per molte malattie virali non ci sono terapie. Ecco quindi
l’importanza dell’approccio vaccinale.
Si tratta di una campagna molto difficile da condurre, in quanto il virus
del morbillo e’ estremamente infettivo e bastano pochi serbatoi nella
popolazione per causare nuove epidemie in caso di abbassamento delle difese
immunitarie nella popolazione generale... per esempio nei periodi di alta
trasmissione malarica dopo le piogge. Bisognerebbe raggiungere una copertura vaccinale
di almeno il 95% della popolazione infantile per avere una immunita’ cosiddetta
“di gregge” (herd immunity) sufficiente a prevenire l’insorgere di una
epidemia.
Il fatto e’ che il 95% di copertura non e’ praticamente possibile
raggiungerlo: molte popolazioni rurali e nomadi non credono nei vaccini ed anzi
li temono.
Inoltre, come sapete dalla stampa internazionale, continuamente riceviamo
profughi sia dalla Somalia che dal Sud Sudan: si tratta di popolazioni che
fuggono da decenni di guerra e che quindi non sono mai stati vaccinati. La
situazione dei nostri confini tende quindi a far perdere i traguardi ottenuti
non solo nel campo del morbillo, ma anche per esempio in quello della polio e
della lebbra.
La differenza di severita’ dell’infezione morbillosa non e’ dovuta a
diversi ceppi di virus. Il viris del morbillo e’ lo stesso in tutto il mondo;
neppure si conoscono variazioni antigeniche del virus stesso.
La differente morbidita’ (con patologia spesso mortale in Africa e del
tutto benigna in Europa) e’, come gia’ detto sopra, legata soprattutto alla
situazione immunitaria ed anticorpale dell’ospite ed a fattori ambientali. E’
noto che il virus del morbillo deprime l’immunita’ cellulo-mediata e che lo
stesso fa la malaria ed anche la malnutrizione: ecco che quindi i nostri
bambini diventamo molto immunodepressi ed esposti a varie altre complicanze
infettive (per esempio la TBC che da noi e’ frequentissima).
Inutile dire che, se anche un volontario dovesse contrarre il morbillo a
Chaaria, la sua immunita’ e’ tale che egli sviluppera’ il classico morbillo
autolimitante che conosciamo in Europa.
Fr Beppe Gaido
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