La vicenda è iniziata
questa mattina alle 4.30 quando sono stato chiamato in maternità per una mamma
con emorragia antepartum a circa sette mesi di età gestazionale.
Il battito cardiaco
fetale era buono, ma la mamma era debole e con pressione piuttosto bassa.
L’emoglobina materna era di 5 grammi e putroppo il suo gruppo sanguigno era 0
negativo: tale gruppo è rarissimo, e trovare del sangue da trasfondere
assolutamente difficile.
Naturalmente non ne
avevamo in emoteca e tutte le mie telefonate sono state vane: tutti gli ospedali
del Meru mi hanno dato la stessa risposta negativa.
So di essermi ricevuto un
sacco di accidenti dai laboratoristi reperibili per l’ora delle mia telefonate!
All’ecografia il bambino
pesava circa 1800 grammi, e ciò che causava l’emorragia era una placenta
previa.
Abbiamo messo la mamma a
riposo assoluto; le abbiamo prescritto dei tocolitici, sperando di aver più
fortuna durante il giorno nella nostra ricerca di sangue. Ci aunguravamo che
l’emorragia si fermasse e che avremmo potuto attendere fin verso le 37
settimane di età gestazionale prima di fare un cesareo elettivo: questo per
evitare tutte le complicanze del pretermine che a Chaaria facciamo fatica a
dominare.
Ma anche di giorno la
nostra ricerca è stata vana...certamente il fatto che fosse sabato ha reso le cose ancor più difficili e sovente
ho dovuto disturbare colleghi che non erano al lavoro. Comunque nessuno aveva
sangue di gruppo 0 negativo. Fortunatamente abbiamo in ospedale la globulina
anti-D, in quanto dalla storia clinica apprendiamo che il gruppo del papà è 0
positivo, e tale deve essere quindi anche quello del feto.
Il sanguinamento purtroppo
è continuato tutto il giorno, e quando questa sera verso le 18 abbiamo ripetuto
l’emoglobina, l’abbiamo trovata a 4.5, livello ormai di alto rischio per la
vita di mamma e bambino.
Abbiamo parlato a lungo
con la donna, spiegandole che avremmo dovuto farle il cesareo prima di tutto
per salvare la sua vita, e, se possibile, anche quella del bimbo pretermine.
La donna è rimasta a
lungo contraria all’intervento, soprattutto per il fatto che onestamente le
avevo detto che i rischi per il bambino erano alti, nonostante le possibilità
di assisterlo in incubatrice: le avevo spiegato dell’immaturità polmonare e di
tutte le problematiche del prematuro.
Prima di accettare
l’intervento lei voleva sapere al 100% se il bimbo sarebbe sopravvissuto:
questo però non glielo potevo assicurare, anche se tutti lo speravamo e per
questo pregavamo insieme a lei.
Infine, dopo molte
discussioni, la madre si è convinta ed abbiamo eseguito il cesareo: il bimbo in
effetti pesava circa 1800 grammi come l’ecografia aveva indicato.
Ha anche pianto
abbastanza vigorosamente, e quindi abbiamo speranza che ce la faccia. La cute è
bella rosa e non c’è cianosi. Per adesso non è riuscito ad attaccarsi al seno.
La mamma invece
praticamente non sanguina più, a parte le normali lochiazioni post-partum.
Speriamo di aver fatto la
scelta giusta e di aver salvato la vita di mamma e bambino... per il piccolo,
l’evoluzione sarà più chiara nei giorni che seguiranno.
Fr Beppe
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