lunedì 29 agosto 2016

Sign fracture international

Abbiamo ricevuto la prima donazione di chiodi endomidollari per fratture dall'organizzazione americana Sign. I pacchi ci sono stati spediti per via aerea e sono arrivati a Chaaria in una settimana.
Insieme ai chiodi endomidollari abbiamo ricevuto anche lo strumentario necessario per poterli usare nei differenti siti di frattura.
L'organizzazione americana ha curato anche la nostra formazione ed introduzione alla nuova tecnica, grazie ad uno stage presso l'ospedale di Tenwek, a cui hanno partecipato per Chaaria il Dr Nyaga e la dottoressa Makandi...io non mi potevo muovere a motivo del fatto che si trattava di una formazione residenziale di una settimana intera e la Dottoressa Khadija già non c'era più.
Ringrazio quindi il Dr Nyaga e la Dottoressa Makandi per aver partecipato al corso ed essere ora diponibili a venire a Chaaria ad operare per insegnarmi la tecnica.
Sign ci ha anche mandato molto materiale didattico, sia in forma cartacea che digitale: ci sono manuali da leggere ma anche video da guardare per ricevere tutte le informazioni necessarie.
Useremo questo strumentario per fratture diafisarie di femore, tibia e omero.
Si tratta di una tecnica diversa, ma vicina a quella che già usiamo e che è stata introdotta a Chaaria dal Dr Luciano Cara quello che i donatori ci chiedono è un lavoro serio di raccolta ed invio dei dati riguardanti i pazienti ed il loro follow up nel tempo: per ogni paziente dobbiamo fornire informazioni circa la sua patologia, la terapia chirurgica instaurata; dobbiamo inviare loro foto della lastra prima e dopo l'operazione, e la foto dell'operato in posizione eretta e rannicchiata (per dare chiara idea del totale recupero funzionale dopo la terapia chirurgica).


Soprattutto non dobbiamo far pagare questi impianti al paziente.
Su questo Sign è strettissimo: riceveremo gratuitamente, ed il materiale consumato ci sarà prontamente rimpiazzato, se noi saremo fedeli ed onesti al fatto che l'intervento deve essere gratuito.
Onestamente non abbiamo problemi a Chaaria in tale ambito, perchè già è così con tutto il materiale ortopedico che ci dona l'Associazione di Cagliari: anche il materiale ricevuto dall'Associazione Karibu Kenya è donato gratuitamente al paziente.
Il rapporto con Sign è un grande aiuto ed un potenziale rinforzo della nostra attività ortopedica, già così importante grazie al Dr Cara ed a tutto quello che ci ha donato.
Siccome i bisogni sono enormi ed i pazienti continuano ad aumentare, è diventato sempre più chiaro che l'Associazione di Cagliari da sola non ce l'avrebbe fatta a garantirci sempre tutto il materiale di consumo che ci serve in questo settore.
Da questo punto di vista, il rapporto con Sign non sostituisce e non antagonizza il nostro rapportto con il Dr Cara e con la sua Associazione...semmai lo complementa e dà la possibilità di aiutare un numero più elevato di persone.
Ringrazio di cuore la Provvidenza per questo nuovo dono che ci fa.
Ringrazio di cuore "Sign Fracture International" che ora ha accolto Chaaria nella sua grande rete mondiale di fraternità e solidarietà.
Ringrazio anche il Dr Pietro Iani che per la prima volta mi ha parlato di Sign e della possibilità di ricevere aiuto da loro.
Ora non ci resta che lavorare: infatti quante più fratture trattiamo (e documentiamo accuratamente), tanto più materiale ci verrà spedito dagli Stati Uniti.
La nostra onestà, e la nostra scelta costante dei pazienti più poveri che dovranno essere curati gratuitamente sono "conditio sine qua non" perchè il rapporto di collaborazione continui...ho assicurato a Sign che possono dormire sonni tranquilli; ho promesso loro la nostra totale trasparenza, la nostra volontà di collaborazione e la nostra scelta costante dei più bisognosi.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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