domenica 23 ottobre 2016

Chirurgia ortopedica ed anche un pò di maxillo-facciale

La foto che vi mostro oggi è di un paziente che aveva riportato varie fratture in seguito ad incidente con mototaxi.
Gli abbiamo fatto il cerchiaggio della rotula , rotta in due pezzi orizzontalmente durante la caduta.
Aveva frattura scomposta di radio ed ulna destri e lo abbiamo operato mettendogli due placche con viti.
Lo abbiamo ingessato dove necessario.
C'erano tagli moltipli sul viso e su altre parti del corpo, e lo abbiamo suturato con cura. Ora i punti sono già stati tolti.
Aveva inoltre una doppia frattura della mandibola, e gli abbiamo fatto il cerchiaggio dei denti allo scopo di fissare la mandibola all'arcata dentaria superiore, e permettere così l'immobilizzazione ossea e la guarigione.
Di quest'ultima parte del complesso iter chirurgico dò pieno credito al nostro dentista Josphat: in questa settimana ha già eseguito altre tre operazioni come quella mostratavi.
E' un'altra novità ed un altro talento scoperto e sfruttato. Non sapevo che Jospat potesse fare un lavoro così complesso e così ben fatto.
Josphat ha eseguito la procedura in sala odontoiatrica con il solo aiuto di Eunice, ed io gli sono estremamente riconoscente.


Ogni volta che riusciamo a fare qualcosa in più per i nostri ammalati, io non posso che rallegrarmi e complimentarmi con il nostro staff.
Il paziente rimarrà con la mandibola bloccata per tre settimane, ma abbiamo provveduto ad assicurarci che ci sia lo spazio per una cannuccia e per la nutrizione semiliquida.
Naturalmente poi oggi il paziente mi ha confidato di essere solo al mondo, abbandonato da tutti i parenti, ed incapace di pagare alcunchè per le cure sanitarie.
Sarà vero?
Che ne so!
Ho comunque deciso di credergli, l'ho dimesso e l'ho lasciato andare senza chiedergli uno scellino.
Lui mi ha assicurato di essere pienamente cosciente dell'aiuto che gli abbiamo dato e delle spese ingentissime che abbiamo dovuto sostenere.
Mi ha promesso di chiedere aiuto alla sua chiesa, di raccogliere dei soldi e di tornare a pagare il concorso di spesa che normalmente chiediamo ai pazienti.
Se tornerà o meno a pagare qualcosa, lo sa solo Dio!
Per esperienza la maggior parte di coloro che promettono non torna affatto...ma non voglio fare di tutta l'erba un fascio!
Comunque sia, noi lo abbiamo assistito nel momento del bisogno.
Non gli abbiamo chiuso la porta del nostro cuore nè quella dell'ospedale...e questo ci basta.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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