lunedì 27 marzo 2017

Come un'epidemia

E’ diventato così frequente che i pazienti scappino dall’ospedale…una specie di epidemia.
Davvero tanti nelle ultime settimane!
Sovente si tratta di pazienti psichiatrici che non riusciamo a contenere a causa del numero elevatissimo di ricoverati...sfuggono al nostro controllo e scompaiono.
Altre volte invece sono persone che, ad occhi aperti, decidono di intrufolarsi nella folla durante l’orario di visita, e di sparire per paura del conto dell’ospedale...per altro sempre del tutto negoziabile e generalmente basso.
Gli psichiatrici quasi sempre li troviamo: scappano con il pigiama dell’ospedale e sono facilmente riconoscibili.
Gli altri invece normalmente la fanno franca perchè in qualche modo riescono ad avere vestiti civili da qualche complice, e per noi è praticamente impossibile trovarli.
La nostra paura più grande quando qualcuno scappa, è che gli succeda qualcosa, che in qualche modo il fuggitivo possa avere dei danni fisici e che poi noi possiamo essere considerati responsabili in quanto era ricoverato... e quindi sotto la nostra responsabilità.
Finora è sempre andata bene, con l’aiuto della Provvidenza: nessuno è morto e generalmente “gli evasi” psichiatrici vengono ritrovati.


Anche ieri sera due malati di mente sono scappati nella notte, ma li abbiamo ritrovati al mattino. Va da sè che non abbiamo dormito!
Alcuni giorni fa invece era scomparso un giovane già dimesso: era stato ricoverato dopo tentativo di suicidio con anticriptogamici: il papà era naturalmente scosso perchè era venuto a trovarlo nell’ora di visita e gli altri pazienti gli avevano semplicemente detto che il figlio se n’era andato con normali vestiti “borghesi” (dove li avesse trovati nessuno lo sapeva!).
Meno male che questo genitore (ovviamente onesto e non coinvolto nella fuga) oggi ci ha avvisati che alla fine il figlio era tornato a casa sano e salvo.
Posso immaginare infatti la crisi e lo stato d’animo di quel babbo, dopo che il figlio che era scampato per miracolo ad un tentativo anticonservativo, poi era scomparso dall’ospedale.
Ma anche questa è Chaaria, in uno dei suoi aspetti più problematici.

Fr Beppe


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....