mercoledì 9 gennaio 2019

Addome acuto in gravidanza

Quando succede e' sempre un dramma.
Da una parte non vuoi operare e ti attacchi con tutte le forze alla speranza che la terapia medica-conservativa funzioni.
Infatti sei al corrente che e' praticamente impossibile operare un addome acuto e salvare la gravidanza.
Pero', spesso, se non operi, rischi di perdere sia mamma che bambino.
Questo e' stato un dilemma che mi sono portato dentro per giorni la settimana scorsa, quando ho ricevuto Angela con una sindrome da occlusione intestinale parziale in gravidanza al sesto mese.
L'ecografia ostetrica dimostrava un feto vivente, ma la madre stava proprio male.
Ho tentato per giorni con i procinetici (farmaci che aumentano la peristalsi), con i clisteri e con i purganti, ma non ho ottenuto il risultato sperato.
Il feto rimaneva vivo, ma l'addome della mamma si faceva sempre piu' disteso e duro come la pietra. Lei poi aveva un male cane e le condizioni generali peggioravano.


Giovedi' scorso ho preso la decisione difficile di operare, ed ho informato la paziente che il rischio di perdita della gravidanza era alto.
Lei ha firmato il consenso e siamo entrati in sala.
La situazione si e' subito dimostrata molto peggio di quello che pensavamo.
Angela aveva una malrotazione congenita del colon, e la causa dell'addome acuto era un volvolo del cieco in posizione del tutto anomala...appena sotto il fegato.
Purtroppo c'era gia' infarto intestinale ed abbiamo dovuto fare una emicolectomia destra con anastomosi ileo-colica al trasverso. Infatti cieco e colon destro erano completamente necrotici.
Siamo ora in settima giornata post-operatoria e purtroppo e' successo quello che tutti temevamo.
Il battito cardiaco fetale e' scomparso stamane e la donna ha espulso il feto morto in pomeriggio.
Siamo tristi per questo, ma la paziente sta abbastanza bene e nutriamo fondata speranza che ce la possa fare e che possa tornare a casa ristabilita.
E' un successo nella sconfitta, ma e' certamente importante aver salvato la vita di Agnes, pur avendo perso quella del nascituro.

Fr Beppe

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....