sabato 9 febbraio 2019

Attività ortopedica e le sue spese sempre molto alte

Non mi sembra di errare dicendo che l'ortopedia traumatologica e' la nuova frontiera dell'ospedale di Chaaria.
Soprattutto negli ultimi due anni gli interventi sono aumentati costantemente ed in modo esponenziale.
Cio' e' soprattutto dovuto al fatto che in Kenya gli interventi ortopedici sono eseguiti da pochi specialisti, e sono normalmente cosi' costosi che la maggior parte della popolazione non puo' permettersi di farsi operare.
Da quando l'Associazione Karibu Kenya di Cagliari prima, e Sign Fracture Care International poi ci hanno sostenuto con la donazione di placche e chiodi endomidollari che noi non facciamo pagare ai pazienti, i numeri sono ovviamente aumentati, ed onestamente penso che siano proprio i piu' poveri a trarne il maggior beneficio.
Chi e' ricco infatti puo' anche spendere molti soldi con un chirurgo affermato e spenderne altrettanti acquistando gli impianti ortopedici.
La maggior parte della gente pero' questo non lo puo' fare perche' non ha soldi, ed e' proprio per questo che Chaaria e' diventato il porto sicuro per tutta questa povera gente che altrimente sarebbe condannata a rimanere storpia per tutta la vita.


Le spese per l'ortopedia rimangono comunque altissime per l'ospedale, ed i donatori sopra citati coprono solo in parte il fabbisogno di infissi ortopedici.
Da tempo dobbiamo infatti comprare le viti per fissare le placchi, i fili di Kirshner per le fratture dei bambini, i fili di cerchiaggio per la rotula. le seghe di Gilli, ecc.
E' impressionante quanto costino queste cose!
La prima volta che ho chiesto a Fr Giancarlo di comprarmi delle viti a Nairobi, lui mi ha fatto vedere la fattura. Con sorpresa l'ammonto superava i 1000 euro.
Quando poi il corriere ci ha fatto avere le viti, io mi sono trovato tra le mani un sacchettino di carta che a mala pena riempiva il mio palmo destro.
"Cosi' poco per 1000 Euro?" ho chiesto a Giancarlo con occhio incredulo.
Eppure e' cosi'.
Placche e chiodi ricevuti in donazione non ci bastano. Dobbiamo continuare a comprare infissi e soprattutto non vogliamo aumentare i prezzi, per non correre il rischio di tagliare fuori proprio la fascia meno abbiente della popolazione.
Ecco perche' siamo estremamente riconoscenti a coloro che si impegnano a raccogliere fondi per noi, proprio con il fine di comprare impianti ortopedici che non faremo pagare ai pazienti.
Oggi in particolare voglio esprimere la riconoscenza di tanti poveri gia' operati ed ora in grado di camminare nuovamente, alla ASSOCIAZIONE MULTISOLIDARIETA' che chi ha inviato fondi proprio per questo scopo.
Mentre li ringraziamo di cuore, umilmente chiediamo loro di sostenerci ancora in futuro, visto che la previsione e' che gli interventi ortopedici tenderanno sempre ad aumentare...e quindi anche la necessita' di acquistare impianti ortopedici.
A mo' di esempio cito il fatto che da lunedi scorso abbiamo operato 35 fratture, e nella sola giornata di oggi abbiamo ricoverato altri sei pazienti che mettiamo in lista di attesa.
Ovviamente opereremo anche domani, per cercare di ridurre il numero di pazienti che ancora aspettano l'intervento...ma pensate a quante viti, chiodi, placche, ecc ci servono!
Grazie di cuore alla Associazione Multisolidarieta' da parte di tutti noi di Chaaria.

Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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