martedì 28 ottobre 2008

Lettera da Valentina


Caro Beppe,

quando a fine settembre sono partita dall'Italia per venire in Africa, sapevo che questa esperienza sarebbe stata importante per la mia vita ma non potevo immaginare quanto!
Ogni singolo giorno della mia permanenza a Chaaria ho ringraziato il Signore perchè è stato così generoso con me.
Ogni sorriso, ogni abbraccio ricevuto dai Buoni Figli, ogni loro gesto mi ha riempito il cuore di gioia e amore.
Ma la mia fortuna è stata anche condividere tutto questo con persone eccezionali come te, Lorenzo, Ezio, Katia, Milena, Silvia e tutti gli altri volontari che ho conosciuto. Ciascuno di voi mi ha insegnato qualcosa.
Quando i miei amici mi chiedono come sto e come è andato il viaggio, non trovo le parole per esprimere quello che provo..anche in questo momento riesco solo a dirti grazie!
Cercherò di portare a buon fine il compito che mi hai assegnato: far conoscere la realtà di Chaaria nella mia regione, la Puglia.
Spero di tornare presto, nel frattempo sarete costantemente nelle mie preghiere.
Che il Signora vi benedica!!!!

Un abbraccio a tutti

Valentina

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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