martedì 24 agosto 2010

Il mobile Clinic

Sono le 8 del mattino e dal cortile sentiamo Suor Makena e l’autista di Mukothima che ci chiamano pronti per partire!
E’infatti il secondo sabato che noi volontari di Chaaria andiamo a Gatithini, la clinica mobile gestita dal dispensario di Mukothima.
Arrivare non è facile:la strada è sterrata e le buche si susseguono una dopo l’altra! Dopo 2 ore di viaggio (e 2 fiumi guadati) arriviamo finalmente a una casupola affiancata da una capanna, sede della clinica mobile.
Ad aspettarci c’erano già alcune giovani gravide e qualche mamma.
Cominciamo subito a scaricare il materiale e ad allestire la clinica che risulta costituita da una sala d’attesa, una stanza per le visite antenatali, una sala visite con distribuzione farmaci e un laboratorio. Quest’ultimo è davvero ben organizzato: permette l’esecuzione di test sierologici, controllo dell’Hb e lettura estemporanea di vetrini grazie ad un microscopio alimentato dalla batteria della macchina.
Nella capannina antestante, invece, si allestiva lo spazio per la clinica pediatrica. Ogni bambino viene registrato, pesato e vaccinato.
La caratteristica più particolare è la bilancia fornita dall’Unicef fissata  ad un ramo al centro della capanna dove i bambini vengono appesi e pesati.
Tutti i bambini che si presentano alla clinica vengono vaccinati per difterite, tetano, pertosse, poliomelite, hemophilus influenzae ed epatite B a seconda dell’età.
Un’altra grande opportunità offerta dalla clinica mobile è rappresentata dal controllo mensile antenatale.  Ad ogni visita si controllano: pressione arteriosa materna, battito cardiaco fetale, settimana di gestazione e presentazione fetale. La presenza del laboratorio mobile rende inoltre possibile lo screening per l’HIV e la sifilide.
A ogni mamma vengono distribuite le zanzariere e la prevenzione antimalarica che consiste in 3 dosi di Fansidar a partire dalla 16 settimana di gestazione.
Per ogni prestazione si richiede un minimo contributo economico che serve a coprire le spese di organizzazione; non tutti hanno la possibilità di pagare, pertanto capita di vedere una mamma che offre alla suora un sacchetto colmo di fagioli pur di garantire la visita pediatrica al proprio bimbo.
Questa esperienza permette davvero di conoscere una realtà diversa e di capire quanto sia importante organizzare questo tipo di servizio che garantisce un accesso alle cure sanitarie anche nei villaggi più remoti.

I volontari di Chaaria

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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