venerdì 17 settembre 2010

Il pluri-recidivo

Non rammento nemmeno quante volte Paolo Leoncini sia venuto a Chaaria, e - strano ma vero - non se lo ricorda neppure lui.
Ne parlavamo ieri sera e cercavamo di contare le volte dall’inizio del progetto Esther con la Dott Soranzo e con l’Amedeo di Savoia.
“Saranno 7 o 8... non ricordo con precisione”, mi ha confidato Paolo ieri sera quando facevamo l’ultimo controgiro alle ore 22.
Con lui abbiamo condiviso tanto (umanamente e professionalmente), ed abbiamo anche costruito molto.
Quando Paolo venne per la prima volta, insieme abbiamo messo le basi per il servizio di counseling e follow up dei pazienti HIV. Tramite il progetto Esther (di cui Paolo era il piccione viaggiatore), siamo stati i primi in tutto il grande distretto di Meru ad offrire farmaci antiretrovirali a prezzi accettabili nel lontano anno 2000.
Grazie agli insegnamenti ricevuti da Paolo e dal team dell’Amedeo di Savoia siamo poi riusciti a proporci come partners dei grandi donatori internazionali, ed oggi lavoriamo in collaborazione con il K.E.M.S.A., che ci fornisce test, farmaci e PCR.
Per la prima volta quest’anno, Paolo e’ ritornato a Chaaria come medico, avendo ottenuto la sua seconda laurea (dopo la prima come Biotecnologo).
Credo che, se riuscira’ a tornare ancora durante gli anni della sua specialita’, si sentira’ sempre piu’ utile in quel marasma che sono i nostri reparti “dove, in 15 giorni di permanenza – sono parole sue – non ho mai visto uno, bensi’ due pazienti per letto... una percentuale di occupazione dei reparti superiore al 100%”.
Desidero terminare questo mio sincero ringraziamento a Paolo Leoncini citando ancora alcune sue parole:
“E’ stato bello ritornare a Chaaria... Molto e’ cambiato, ma l’essenza c’e’ sempre: quel Dio che pregate ogni giorno, che ti guarda da ogni paziente che hai di fronte.
Grazie per le parole serali, per gli insegnamenti clinici ed umani, per esserci sempre stato nel bisogno. Ti ringrazio per una frase che mi hai detto una sera in chiesa, in un momento di sconforto: - Paolo, questo e’ il momento dell’umilta’...
Mai un insegnamento piu’ centrato per un uomo e per un medico.
Ho vissuto giorni unici; spero che avro’ modo di tornare per piu’ tempo, per poter essere davvero di aiuto in una realta’ non facile e talvolta complicata”.
Caro Paolo, ancora grazie per il tuo servizio, per la tua amicizia e per il bene che vuoi a Chaaria: l’esperienza che ti farai, la pratica clinica che non ti manchera’ nella scuola di specialita’, lo studio in cui sempre ti sei distinto... e soprattutto la tua umilta’ faranno di te un ottimo medico, che spero di incontrare nuovamente sul mio cammino.
Questo te lo dico anche a nome di tutti i Fratelli, le Suore ed i malati di Chaaria.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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