venerdì 25 marzo 2011

Operazioni Cardiochirurgiche a Khartoum

Si tratta di una iniziativa splendida di cui rendo grazie con tutto il cuore a Gino Strada ed a Emergency.
A Kharthoum i pazienti vengono operati gratuitamente, ed il ricovero a volte si protrae anche per uno o due mesi.
Il Salaam Hospital e’ uno stupendo ospedale, che funziona benissimo. E’ tutto assolutamente gratuito ed Emergency offre assistenza sanitaria di primissimo livello, con terapia intensiva dopo gli interventi e riabilitazione cardiochirurgica poi.
Ma per noi che siamo coinvolti sia nella selezione dei pazienti che nella organizzazione del viaggio, i problemi non sono pochi... insieme alle spese.
Ne elenco solo alcuni:
1) molto spesso gli Africani “della campagna” (del bush) non hanno una coscienza chiara del tempo. Capita quindi spessissimo che, nei due giorni in cui abbiamo a Chaaria il team di Emergency, i pazienti da noi selezionati non si presentino. Magari vengono da noi una settimana dopo che i cardiologi di Emergency sono ripartiti. Alle nostre recriminazioni, essi dicono per esempio che non avevano i soldi per il matatu; oppure rispondono con un “sorry” che ai loro occhi dovrebbe mettere tutto a posto. Questi pazienti li chiamiamo defaulters, e li riprogrammiamo nuovamente per la seguente visita di Emergency. Ma poi si presenteranno? Il field officer di Emergency ci ha raccomandato di non arruolare piu’ nessuno d’ora in avanti, se non abbiamo una reperibilita’ chiara. Ci ha quindi consigliato di usare il numero di telefonino come mezzo per chiamarli nei giorni dello screening: sembra infatti che tutti abbiano il telefonino in Kenya... ma invece e’ sorprendente rendersi conto di quanta gente non lo possiede. Ci da’ quindi il numero di telefono di un parente o di un vicino... Funzionera’? Verranno? Staremo a vedere a novembre.
2) Altro dato problematico. Moltissimi sono sprovvisti di certificato di nascita e di carta di identita’. Senza di essi non e’ possibile avere il passaporto, il VISA ecc. Noi diciamo loro di procurarsi questi due documenti, facilmente reperibili in un ufficio di Meru, e poi con essi di recarsi ad Oldonyiro, dove la organizzazione NDUGU ZANGU provvede poi al passaporto. Ma moltissimi spariscono... non li vediamo piu’ e non si recano ad Oldonyiro, anche se li stimoliamo con messaggi telefonici.
3) Penso che in tanti giochi la paura... lo vedo anche con la chirurgia generale che facciamo a Chaaria: quando diciamo ad una persona che la soluzione e’ un’operazione, spesso scompare.
4) In molti ritengo che l’elemento determinante sia l’ignoranza: non si rendono conto fino in fondo della gravita’ della situazione, e non prendono davvero seriamente l’indicazione all’intervento chirurgico.
5) Da parte di NDUGU ZANGU poi vengo a conoscenza del fatto che i documenti richiesti per la terapia all’estero sono davvero tantissimi: alcuni operatori spendono settimane intere a Nairobi per le trafile burocratiche. Inoltre, prima dell’autorizzazione all’espatrio, la diagnosi va sempre confermata da un cardiologo kenyano che deve eseguire ECG ed ecocardio, anche se entrambi i test erano gia’ stati fatti dal team di Emergency ( e questo e’ per legge).
I pazienti che necessitano ossigeno in aereo poi devono essere accompagnati personalmente dal medico della compagnia aerea, il quale autorizza il volo dopo averli visitati. Ci vuole una lettera di liberatoria da parte dei genitori che autorizzano l’espatrio dei loro figli, se minorenni (Emergency predilige l’intervento su bambini, perche’ hanno migliori aspettative di vita).
Tutto questo impegna lo staff di NDUGU ZANGU per settimane. Inoltre le spese di tutte queste pratiche sono decisamente importanti. Dobbiamo poi tener conto che NDUGU ZANGU fornisce sempre un accompagnatore che si ferma a Kharthoum per tutto il tempo in cui i bambini sono ricoverati.
6) Altra problematica riguarda il follow up dei malati che hanno avuto l’impianto di una protesi meccanica. Essi sono posti cronicamente in terapia con coumadin, e bisogna controllare frequentemente l’INR. Anche da questo punto di vista spesso i genitori non si rendono conto ne’ della situazione di salute del loro figlio, ne’ della pericolosita’ del farmaco in esame. Essi spariscono e spesso non si presentano ai controlli dell’INR, neppure se chiamati per telefono. Forse pensano che i loro figlia siano completamente guariti. La domanda e’: “quei pazienti che non vengono al controllo INR continuano imperterriti con una dose di anticoagulante che potrebbe essere pericolosa, o semplicemente si ritengono ormai guariti e smettono ogni tipo di medicamento, esponendosi a complicazioni di tipo trombo-embolico?
7) L’INR poi e’ un test costoso: una singola striscia per l’esecuzione dell’esame ci costa 7 Euro circa.
E’ difficile ma anche entusiasmante. Continueremo a fare del nostro meglio per offrire la massima collaborazione al Salaam Hospital di Kharthoum e ad Emergency, e per aiutare questi giovani pazienti che altrimenti sarebbero condannati ad una morte certa.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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