mercoledì 31 agosto 2011

Lettera da Lino

Nel mese di agosto mi sono recato a Chaaria per una  breve permanenza di venti giorni nella missione.
La Piccola Casa africana  è un punto di riferimento per molte persone che hanno problemi che per noi  sarebbero insormontabili, visto che il  benessere che ci ha resi deboli di carattere e di determinazione.
I missionari del Cottolengo  si battono quotidianamente per risolvere i grandi e piccoli problemi  della gente senza dispersione di energie, con massima concretezza e direi con tanta fatica.
La “nostra” Mission Chaaria  non è una cattedrale nel deserto, ma una struttura sobria per le reali necessità delle persone che si presentano per un aiuto, è gestita con parsimonia, trasparenza e competenza dagli otto fratelli e dalle tre suore del Cottolengo.
In questa struttura noi volontari affianchiamo i religiosi e le religiose del Cottolengo, e con loro  facciamo riferimento alla carità cristiana e alla solidarietà umana, che si concretano nel servizio a chi è povero, malato o solo. In sostanza la risposta che dovremmo dare ogni giorno al prossimo che incontriamo nel vissuto quotidiano.
Non è compito mio dare lezioni sulla Carità e Solidarietà umana, anche perché sono nella condizione di chi deve imparare, ma ritengo di poter asserire che per capire questi principi e tradurli in gesti concreti basta osservare le persone che affollano la missione, le quali ci dimostrano concretamente come si  mantiene  la propria dignità senza prevaricare sugli altri pur avendo problemi, c’ insegnano l’ umiltà e quindi il rispetto verso il prossimo pur avendo una notevole capacità di programmazione e progettazione e spirito di adattamento, cosa che di frequente (purtroppo !) non accade più nelle nostre abitazioni o luoghi di lavoro.
Altra lezione decisiva sulla Carità ci viene impartita dai padroni di casa: I Buoni Figli.
Queste sono persone che ogni giorno ed in ogni momento ti sono amici disinteressati .
I Buoni Figli impartono la lezione  senza toni aulici, ma in modo chiaro e concreto.
Sarebbe auspicabile che tutti noi li frequentassimo di più e soprattutto fossimo sempre all’altezza di imparare quanto insegnano, perchè non sempre siamo in grado di capire, nonostante i nostri titoli accademici.
Non abbiamo nulla da insegnare in tema di crescita umana, e quindi non sentiamoci mai indispensabili, ma forse delle risorse umane certamente utili, che collaborano per un bene comune.
Questo pensiero  mi stimola  a cercare di essere una risorsa nella Piccola Casa ed a  ridurre, per quanto possibile,  il rischio  di diventare piuttosto uno dei problemi.
Sono grato  a tutti coloro che ho incontrato a Chaaria per aver  imparato una lezione di vita, augurandomi di avere la coerenza di metterla in pratica per il vero scopo del nostro volontariato:
l’ amicizia tra noi e con le persone che soffrono.

Lino Marchisio


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....