giovedì 1 settembre 2011

Tormentone elettrico

Si dice che la sfortuna in genere ti tormenta e si accanisce... e quest'anno la nostra scarogna sembra legata indissolubilmente all'elettricita'. Il vecchio generatore non funziona ancora perche' manca un pezzo di ricambio che deve arrivare dall'Europa, ed il grande generatore inviatoci dalla Sardegna non si avvia per un problema meccanico che non e' stato ancora identificato. 
Naturalmente oggi la luce e' mancata gia' quattro volte ed e' stato un vero dramma in ospedale, perche' il piccolo generatorino del dispensario non porta ne' gli ecografi, ne' il gastroscopio ne' il laboratorio analisi. 
Abbiamo pregato al lume di candela. Siamo davvero nelle mani di Dio, ed i cesarei notturni sono ancora piu' ansiogeni, perche' il generatorino non ha l'automatico (e quindi non scatta se manca la corrente durante l'intervento)... e soprattutto perche', se mai dovesse fermarsi anche lui durante un cesareo, non avremmo proprio piu' nulla da fare per poter finire l'operazione, se non usare la torcia elettrica. 

Fr Beppe 


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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