Le ustioni sono purtroppo un evento molto frequente nel nostro ospedale.
Esse
per lo piu’ coinvolgono bambini che si ustionano tirandosi addosso
thermos di acqua calda, nel tentativo di rubare cibo alle mamme. Oppure
si tratta di incidenti dovuti alla fuoriuscita di paraffina
incandescente dalla lampada (per esempio quando la lucerna cade sul
fianco e da’ fuoco alle coperte).
Nel
caso di adulti, spesso si tratta di epilettici che hanno una crisi per
esempio davanti a un piatto di minestra caldissima, cadono sul tavolo e
si ustionano il viso nel piatto stesso; le donne con sindrome comiziale
sovente si bruciano mentre cucinano davanti al fuoco, e la luce
alternante delle fiamme fa da trigger per una crisi.
Il ricovero e’ normalmente lungo e doloroso.
Ci
vogliono mesi di medicazioni e di antibiotici per far guarire
un’ustione estesa; occorre inoltre molta fisioterapia per evitare
retrazioni e contratture che porterebbero ad un danno funzionale
permanente.
Le
ustioni sono normalmente molto profonde (secondo-terzo grado), e
necessitano anche di varie toelette chirurgiche per rimuovere il tessuto
necrotico.
I
grandi ustionati, soprattutto se bambini, sono poi a rischio
elevatissimo di morte per infezioni sovrapposte e per disidratazione. Il
problema dell’idratazione e del controllo elettrolitico sono il nostro
incubo quotidiano nella terapia delle ustioni maggiori.
Il caso di Susan e’ uno dei peggiori che si siano presentati nel nostro ospedale.
Si
e’ ustionata con fiamma viva a causa di una stufetta a paraffina che le
e’ scoppiata di fronte mentre lei tentava di rintuzzare la fiamma.
Essa
ha contratto ustioni gravissime (terzo-quarto grado) su tutto il
torace, l’addome, il volto e gli arti superiori, coinvolgendo
all’incirca il 30% della superficie corporea.
Non
avremmo davvero pensato che Susan sarebbe sopravvissuta, soprattutto a
causa della profondita’ della necrosi e dell’estensione delle lesioni.
Abbiamo comunque lottato molto, con antibiotici, soluzioni reidratanti endovenose e medicazioni a giorni alterni.
E’ stata ricoverata a giugno e pian piano abbiamo ottenuto la guarigione di gran parte delle ulcere.
Abbiamo
anche sempre fatto fisioterapia, ottenendo la quasi totale assenza di
contratture, anche se c’e’ oggi una certa rigidita’ delle dita e del
collo.
Il
momento della medicazione e’ sempre stato il piu’ tremendo per lei e
per noi: lavoro lunghissimo ed estenuante che normalmente abbiamo
eseguito in sedazione per controllarle il lancinante dolore.
Le
parti guarite purtroppo sono prive di melanina e Susan ha perso il
colore sul volto, sulle braccia, sulle mani e su gran parte del busto...
ma le diciamo sempre di guardare al positivo: e’ viva e certamente
andra’ a casa, e, con i suoi 21 anni di eta’, sicuramente potra’ sperare
in un futuro migliore.
Ora,
l’arrivo di Luciano ha dato nuova speranza di vita a Susan, ormai
depressa e sfiduciata a causa del lentissimo procedere della guarigione.
Abbiamo
infatti deciso per un ampio innesto cutaneo che copra tutte le
rimanenti ulcere, con il sogno di poterla dichiarare guarita nel giro di
due settimane.
L’intervento
e’ stato lungo ed estenuante (all’incirca 8 ore!), ma il risultato
sembra ottimo, grazie all’uso di un dermatomo che ha permesso il
prelievo di ampie zolle cutanee estremamente sottili ed estensibili.
Anche
l’anestesia e’ stata un problema non da poco, in quanto ormai Susan non
ha piu’ vene, e l’unica che Jesse e’ riuscito a reperire e’ sul
malleolo sinistro.
Anche
questo e’ un grande successo che contribuisce ad elevare il livello di
prestazioni offerte da Chaaria, e soprattutto ci ha permesso di aiutare
una persona veramente povera e sfortunata.
Fr Beppe Gaido
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