lunedì 8 aprile 2013

Adherence

ARV success depends upon achieving and maintaining maximum suppression of the virus
 
Adherence is:
To take always the pills
At the right time
Many studies have shown that even missing one or two doses a week can have a big impact on the chance of successful treatment. Unfortunately, therefore, we must aim at 100% Adherence

Factors affecting Adherence
1) Patient Factors
    Knowledge; attitude; unstable social circumstances; support network; state of health; lifestyle; was the disease disclosed? lack of interest; depression;







2) Medication Factors
    Side effects; timing of doses; dietary requirements

3) Patient-Health professional relationship
    Good communication and interpersonal skills; non-judgemental attitude; open, trusting relationship

4) Health Services
    Accessible clinic; pharmacy with no out of stock; experienced, well-trained staff; patient follow-up

What is our role in enhancing patients’ adherence?
All people on ARVs need immense support and encouragement and
nurses have an essential role to play: recognising and understanding difficulties faced by patients, supporting clients and using appropriate interventions to promote adherence
The system will work best if there is one person clearly designated to supervise adherence to medication: in Chaaria is normally Martin.
We must remember that these drugs are not easy!
Patients must feel able to tell us that they are having difficulties or have missed doses.
Only then can we support and assist them
We must listen, empathise and support!



Fr. Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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