sabato 19 aprile 2014

Raro, ma non impossibile


L’ultima emergenza con cui ci siamo confrontati ieri sera è stata piuttosto rara nel suo genere.

Si trattava infatti di una giovane ragazza che aveva sia un aborto interno di età gestazionale di circa 8 settimane, e sia una gravidanza ectopica nella tuba di sinistra. La diagnosi ecografica era chiarissima.
La presenza dei ginecologi sardi Dr Lecca e Dr Mazza ci ha permesso di fare una salpingotomia conservativa, con asportazione del prodotto di concepimento indovato nella salpinge e risutura della medesima: la paziente quindi non dovrebbe avere problemi in futuro per altre gravidanze.
Ultimata l’operazione per via addominale, abbiamo eseguito poi la revisione della cavità uterina, da cui è stato estratto materiale chiaramente embrionale.



Si trattava quindi effettivamente di un concepimento gemellare, in cui uno degli embrioni si è impiantato nella tuba, mentre il secondo probabilmente non ha potuto continuare il suo sviluppo a causa delle disfunzioni ormonali legate alla gravidanza extrauterina.
Sui libri leggiamo che un’ectopica non è quasi mai bilaterale, e che è del tutto eccezionale il caso di una gravidanza contemporaneamente intra ed extra-uterina.
La nostra esperienza di oggi ci sottolinea l’importanza di quel “quasi”: infatti, per quanto una condizione clinica sia rara, ti può sempre capitare di incontrarla nella pratica clinica, soprattutto se il “turn over” dei pazienti in ospedale è molto elevato.



Fr Beppe Gaido




PS: Oggi è Sabato Santo, ma l’ospedale è pienissimo come sempre: forse siamo una delle poche strutture aperte in questo giorno pre-festivo.
La sala operatoria è anche essa veramente impegnativa, in quanto la lista è lunghissima, al fine di finire tutte le operazioni programmate dai ginecologi che ci lasciano domani. 
Per noi si tratta di un Sabato Santo molto feriale: se possibile andremo alla Veglia Pasquale in parrocchia, ma sappiamo che il Signore capirà sia nel caso in cui ci siano emergenze che ce lo impediranno, e sia nel caso in cui la stanchezza ci vinca e non riusciamo a stare in chiesa fino alla fine della funzione (che inizia alle 22 e finirà probabilmente verso le 2 di mattina). Con questo cuore feriale, ma con tanta riconoscenza, auguriamo a tutti i nostri lettori una felice e santa Pasqua di Risurrezione.



Fr Beppe e comunità

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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