domenica 20 aprile 2014

Sergio, Bernadetta ed Annarita


Oggi pomeriggio sono ripartiti per l’Italia i tre volontari sardi che hanno lavorato con noi per le ultme tre settimane.

Tutti e tre sono veterani e conoscono Chaaria molto bene.
Annarita è stata nuovamente una bella presenza nel centro dei Buoni Figli, e si è divisa tra il servizio diretto ai ragazzi, la scuola speciale, i laboratori occupazionali e la stireria. Sappiamo che in questo momento fare servizio al centro non è affatto facile per i volontari, perchè manca un punto di riferimento stabile, ed i volontari là impegnati in qualche modo soffrono un po’ di solitudine.
Ma Annarita ha riempito la sua solitudine con una dedizione incondizionata al servizio dei ragazzi, che sono la ragione ultima per ogni esperienza di volontariato a Chaaria.
Sergio e Bernardetta, entrambi ginecologi, hanno espletato il loro servizio a tempo più che pieno, di giorno e di notte, nel nostro dipartimento di ostetricia e ginecologia, che a me pare diventare sempre più apprezzato dalla gente e per questo sempre più impegnativo ed affollato.



Hanno operato tutti i giorni: interventi programmati di ginecologia, e poi tantissime emergenze ostetriche (dai tagli cesarei, alle revisioni della cavità uterina, alle gravidanze extra). 
Con Sergio e Bernardetta abbiamo fatto qualche passo avanti anche nel mio “training” circa
l’isterectomia transvaginale. Ne abbiamo eseguite alcune insieme, ed in due casi ho fatto io gran parte dell’intervento sotto la guida attenta di Sergio. Se imparerò bene questa tecnica (e ci vorrà ancora un po’ di tempo!), certamente questo potrà essere un ulteriore beneficio per le nostre pazienti, in quanto il post operatorio è generalmente molto più semplice e meno doloroso per le operate.
Inoltre le pazienti chiedono in genere di andare a casa già in terza giornata, e non hanno bisogno di medicazioni o di rimozione di punti.
Bernardetta è un’ecografista molto competente: mi ha aiutato e sostituito molto, prendendosi cura di tutte le ecografie ostetrico-ginecologiche, sia per le donne già ricoverate e sia per le clienti ambulatoriali. Ha fatto da sola anche tutto l’ambulatorio ostetrico-ginecologico, che normalmente ricade sulle mie spalle.
Sergio e Bernardetta hanno lavorato a tempo pienissimo, e non hanno risentito nè della stagione delle piogge, nè delle festività che comunque non hann portato ad alcuna riduzione nel numero di clienti con problematiche ostetrico-ginecologiche.
Se loro hanno lavorato sempre, e se anche ieri che era sabato Santo, la seduta operatoria è finita alle 22, risulta evidente che certamente quando sono da solo non riesco ad offrire il livello di servizio che invece è possibile dare quando ci sono i ginecologi: in queste tre settimane abbiamo fatto ecografie a tutte le gravide che venivano operate, ed abbiamo fatto degli ottimi follow up anche durante i travagli e dopo gli interventi. Da oggi pomeriggio sarò da solo nuovamente, e non mi aspetto ginecologi per un po’ di tempo.
Certamente da solo non potrò offrire il livello di prestazioni di quest’ultimo periodo, ma continuerò a fare tutto quello che posso, dando sempre il massimo. Tutti sanno quanto mi sia caro il servizio di maternità e quanto io segua con gioia e trepidazione la crescita del nuovo polo materno-infantile dell’ospedale.
Un grazie sincero a tutti e tre per il servizio svolto e per la cordiale presenza nella nostra comuntà, che ha reso il vivere insieme anche molto piacevole.
“Buon ritorno a Cagliari ed alle vostre quotidiane attività!
Promettiamo una preghiera secondo le intenzioni di ognuno di voi tre, e speriamo di riavervi ancora a Chaaria in futuro”.



Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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