venerdì 17 luglio 2015

Chaaria

A Chaaria abbiamo i seguenti reparti: una pediatria sempre affollata ed attualmente in fase di ristrutturazione, una maternità che lavora a tempo super-pieno, due reparti per adulti che noi chiamiamo “general wards” (reparti generali) perchè in essi ricoveriamo tutte le patologie dei pazienti adulti.
Naturalmente in quest’ultimo dipartimento c’è un camerone per le donne e ed uno per gli uomni; abbiamo anche due stanze di isolamento da usare per i casi infettivi di entrambi i sessi, ma non riusciamo a dividere le patologie chirurgiche da quelle mediche. 
I pazienti sono quindi ricoverati negli stessi ambienti, anche se cerchiamo di dedicare una parte del reparto prevalentemente alle condizioni cliniche di indole chirurgica e l’altra parte alle malattie di carattere internistico.
Finora non abbiamo mai costruito reparti con camerette, nè per i bimbi della pediatria, nè per la maternità, nè per gli adulti: le stanzette ci sarebbero costate troppo in fase di costruzione ed avrebbero imposto delle spese ingenti di personale per la gestione ordinaria. Anche il fatto di non avere reparti chirurgici separati da quelli medici è da ricercare nella limitatezza dei nostri fondi: ovviamente sarebbe un nostro sogno poter realizzare questa separazione in futuro.



I reparti sono comunque ampi ed ben areatii, anche se abbiamo letti molto vicini l’uno all’altro, perchè la pressione dei nuovi ricoveri è altissima e non riusciamo a ridurre l’affollamento, che è un dato caratteristico di Chaaria dai primissimi tempi fino ad oggi. La media dei nostri ricoveri è di circa 6500 ogni anno.
Chaaria ha anche due sale operatorie: quella piccola e storica che ci ha tanto aiutati a servire la nostra gente dai primi tempi fino ad oggi, e poi una nuova e moderna sala operatoria che è stata terminata nel 2012 e che ci permette di eseguire qualunque tipo di intervento in condizioni di sicurezza e confort per il chirurgo e tutto il personale. L’attività chirurgica è infatti importantissima per Chaaria: per gli interventi programmati operiamo dal lunedì al sabato con orari di lavoro a volte superiori alle 12 ore, mentre per le urgenze operiamo naturalmente ventiquattr’ore al giorno per sette giorni alla settimana. Le operazioni del 2014 sono state circa 2900.
Anche la nostra maternità è nuova di zecca. Per il passato le nostre gravide e purtroppo anche le puerpere erano un po’ stipate e ricoverate tra i letti della pediatria. Erano spesso obbligate a stare in reparti molto congesti ed anche la sala parto era ubicata in una collocazione un po’ infelice in cui la privacy era talvolta un problema.
Ora la nuova maternità è bellissima e funzionale, confortevole per le mamme ed attrezzata anche per i bimbi pretermine. In essa la privacy è completamente rispettata.  Abbiamo una media di 1500 parti all’anno, di cui circa 650 sono cesarei: la ragione per cui i cesarei sono così tanti è da ricercare nel fatto che sovente accogliamo da maternità rurali e sprovviste di servizi chirurgici, donne che già lamentano complicazioni e non potrebbero quindi partorire. Spesso poi le mamme della nostra zona provano il parto a casa e vengono da noi solo se ci sono problemi.
Un importante settore di Chaaria, che da alcuni anni gestiamo iniseme alla comunità di Sant’Egidio, è quello dell’ambulatorio per tubercolosi ed HIV: ai nostri pazienti offriamo servizi di altissima qualità, oltre che farmaci e test in modo assolutamente gratuito. Oltre che alla parte prettamente clinica, tale servizio offre anche consulenza dietologica ed aiuti alimentari a coloro che, a causa della malattia, sono emaciati e denutriti. Tale servizio per HIV e TBC non opera solo all’interno dell’ospedale, ma offre anche “cliniche mobili” nei villaggi, sia a scopo diagnostico che terapeutico. Nel 2014 abbiamo seguito circa 700 apzienti HIV e più di 1000 affetti da vari tipi di tubercolosi.
Altrettanto significativa è la nostra attività di prevenzione materno-infantile: abbiamo un ambulatorio per le vaccinazioni dei bimbi, un servizio di visite “ante e post natali” in cui offriamo anche tutti gli esami di laboratorio richiesti, ed infine un ambulatorio per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina. Tali servizi di prevenzione sono aperti dal lunedì al venerdì.
Il nostro ambulatorio è davvero molto frequentato: abbiamo una media di 300 persone al giorno; siamo aperti giorno e notte ed anche nei weekend. La media di pazienti ambulatoriali che passano da Chaaria ogni anno è di circa 60.000. essi provengono anche da molto lontano e talvolta camminano per ore ed ore per raggiungere la nostra struttura. Abbiamo anche un attrezzato laboratorio analisi che presto, con la collaborazione di Sant’Egidio, sarà pronto anche per la biologia molecolare, tanto importante per un servizio di qualità nell’ambito dell’HIV. Il nostro laboratorio oggi può eseguire più o meno tutte le indagini diagnostiche che eseguite in Italia. Abbiamo anche un bel servizio di endoscopia digestiva  e di ecografia, mentre per la radiologia dobbiamo trasportare i nostri ammalati in ambulanza fino a Meru.
Il nostro vero problema è il personale: per un numero tale di pazienti a Chaaria ci sono solo due medici in pianta stabile: uno sono io, mentre il secondo è una giovane dottoressa del Kenya. Importantissima è comunque la collaborazione dei volontari che vengono a darci manforte tutto l’anno: essi sono stati per me di grande aiuto nel corso degli anni, ed inoltre mi hanno insegnato gran parte della chirurgia che oggi riesco a fare.
Abbiamo inoltre cinque clinical officers (figura professionale intermedia tra il medico e l’infermiere e presente solo nei Paesi in via di sviluppo), due anestesisti, venti infermieri, due fisioterapisti, quattro laboratoristi,  una farmacista. In ospedale lavora inoltre molto personale generico di sostegno sia per la pulizia dei locali, che per la sterilizzazzione, che per la lavanderia. Abbiamo poi anche un addetto alle camere mortuarie e sei “guardie” che si occupano sia della sicurezza che della gestione delle folle di giorno e di notte. L’amministrazione, oltre a Fr Giancarlo, occupa in media sei dipendenti.
Dai Buoni Figli lavorano invece circa venti persone in aggiunta al personale religioso , mentre una decina sono gli addetti del settore agricolo e della manutenzione.
In tutto abbiamo circa centrotrenta dipendenti.
Come potete immaginare, le spese per la gestione ordinaria di un ospedale che per vocazione deve servire i più poveri e non dire di no a nessuno (neppure quando non ha soldi), sono estremamente elevate. Da questo punto di vista non posso sottolineare abbastanza l’importanza dei volontari e dei benefattori che contribuiscono in maniera sostanziale alla  nostra gestione economica.  Circa il 50% delle spese ordinarie sono coperte dalle offerte che riceviamo dai volontari e dai benefattori: chi viene a Chaaria infatti, oltre a lavorare con noi, poi torna in patria e funge da cassa di risonanza, trasformandosi in “fund raiser” ed organizzando tante attività a nostro favore.
Abbiamo l’Associazione Volontari Cottolengo Mission che lavora tantissimo in questo senso. Lo stesso dicasi della associazione “Karibu Africa” di Cagliari. Cito ancora la associazione “Angeli”, la “Comunità di Sant’Egidio... e so di dimenticare altri a cui chiedo anticipatamente perdono.Le suddette associazionihanno anche reperito i fondi necessari per tutte le nuove costruzioni a Chaaria.
Abbiamo poi tanti benefattori piccoli e grandi, i quali ci aiutano nel silenzio come fece la vedova del Vangelo.


Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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