giovedì 27 settembre 2018

Morire di tetano

Il tetano e' una dura realta' per Chaaria...non e' assolutamente una malattia debellata.
Di tanto in tanto ci sono nuovi casi, soprattutto in adulti.
Per fortuna negli ultimi anni non abbiamo avuto casi di tetano neonatale.
Per noi e' sempre una emergenza assai impegnativa e stressante.
Ricevi pazienti gravissimi, in preda a continue contrazioni muscolari. Bisogna isolarli in una stanza silenziosa e buia...ed a Chaaria questo e' molto difficile.
Hanno bisogno di attenzioni continue. Devono essere nutriti con sondino nasogastrico. Avrebbero bisogno di terapia intensiva, che pero' non e' disponibile.
Li accompagni nel loro calvario. Offri loro le medicine che hai a disposizione. Speri di salvarli.
A volte ci riesci e ti senti alle stelle. 
Spesso pero' non ce la fai e ti muoiono davanti agli occhi proprio quando sembrava stessero meglio. 
E' successo anche ieri a Chaaria e tutti erano devastati perche' sembrava proprio che il paziente avesse superato la fase piu ' critica. Al mattino aveva fatto colazione e parlato con i parenti. Al pomeriggio e' morto.


La mortalita' per tetano a Chaaria si aggira sull'80% dei pazienti.

PS. Nella foto: cena in pizzeria italiana a Portland (Oregon) insieme a Randy Hubner e consorte. Randy e' uno dei primi ad aver collaborato con il Dr Lewis Zirkle nella fondazione di Sign.


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....