venerdì 17 aprile 2009

Riflessioni giornaliere dal Diario di Padre Pasquale SSC su alcuni "Detti e Pensieri" di S. Giuseppe Cottolengo, a cura di Lino Piano


Numero 113

Stiamo allegri, non ho più che tre centesimi; con tutto questo stiamo allegri, abbiamo fede nella Divina Provvidenza.



Riflessione

Gesù ci chiama ad essere dei risorti, chiunque siamo, ovunque siamo, qualsiasi cosa pensiamo di noi stessi.
Abbiamo creduto nell’amore misericordioso del Padre, siamo chiamati a vivere come Cristo ha vissuto vicino e con i poveri.
Abbiamo un comando: amare come Lui ha amato, con quell’amore preferenziale per i piccoli e gli umili; a parlare come Lui ha parlato; ad offrire la nostra vita come Lui ha offerto la sua; a fare ciò che Lui ha fatto e anche cose più grandi, perché Lui è ritornato al Padre.
Il Cottolengo è pronto a vendere tutto per essere libero di amare e lasciarsi usare come docile strumento nelle mani del Padre Provvidente.

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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