Carissimi amici,
desidero scrivervi poche righe che possano servire a continuare il nostro cammino di comunione ed il nostro comune ideale di far crescere il servizio per i poveri di questo angolo di Africa.
Prima di tutto sento doveroso e giusto ringraziare tutti i membri dell’associazione “Volontari Mission Cottolengo” ed in particolare i membri del Consiglio direttivo della associazione stessa che continuamente si impegnano per il miglioramento della Missione e per il bene dei meno fortunati.
E’ infatti attraverso lo sforzo congiunto di chi viene ad aiutarci e di chi lavora dietro le quinte per noi in Italia, che il nostro “sogno per Chaaria” si materializza ogni giorno.
Insieme all’associazione, il nostro grazie va ora a tutti i volontari che sono venuti a dare il loro contributo personale di servizio qui a Chaaria. Nel 2009 sono stati veramente tanti, dall’Italia ma anche dall’estero.
Ci sono stati medici ed infermieri, semplici operai e specializzati in qualche settore (elettricisti, ecc.); tutti hanno portato una grande ventata di rinnovamento e di stimolo a fare le cose sempre meglio. Tutti si sono distinti per encomiabile impegno e dedizione.
Il volontariato a Chaaria, pur con difficolta’ sempre presenti in tutte le realta’ umane, certo è un fenomeno positivo che porta tanto bene alla Missione ed al servizio.
Se mi è concessa un’unica osservazione, vorrei dire che i volontari a Chaaria faranno sempre una bella esperienza nella misura in cui, pur cercando di dare del loro meglio, non vorranno imporre se stessi o il loro giudizio; nella misura in cui, pur apportando il proprio personale contributo al miglioramento della nostra struttura, sapranno apprezzare anche quanto sino ad ora abbiamo realizzato.
I volontari che si sono trovati meglio sono certamente stati quelli con grande spirito di adattamento, con grande voglia di aiutarci a migliorare, e con tanta umiltà.
Alcuni volontari hanno espresso il desiderio di fare esperienze a domicilio. Vorrei rispondere nel modo seguente: Chaaria è al momento una struttura soprattutto sanitaria ed assistenziale; i volontari sono per lo più impegnati nell’ospedale o nella cura dei Buoni Figli. Tali attività assorbono le nostre giornate a ritmi veramente pieni e vertiginosi, per cui ci rimane ben poco tempo da dedicare ad altre attività. Pur riconoscendo l’importanza di servizi sociali sul territorio (come visite domiciliari, per esempio), dobbiamo constatare che il tempo a disposizione per questo è poco, ed è saltuario… I volontari che fossero interessati primariamente a tale tipo di esperienza sociale potrebbero sentirsi frustrati nel constatare quanto poco tempo sarà concesso alle uscite per visite alla gente nella propria magione. La nostra azione sociale si realizza soprattutto attraverso l’aiuto sanitario offerto a tutti i poveri che bussano alla nostra porta, attraverso la presa in carico totale degli handicappati mentali da noi ospitati, e attraverso l’aiuto economico alle famiglie in difficoltà…. C’è chi dice che in tal modo si fa una esperienza separata dalla vita reale della gente, e che si rischia di stare in Africa senza prendere veramente coscienza della cultura locale; non so se queste critiche sono vere oppure no: so però che la popolazione ha bisogno di aiuto e che l’ospedale di Chaaria è qualcosa di veramente significativo che ha cambiato la vita di molti. So che una mamma con un bambino morente per anemia ha bisogno di sapere che c’è una struttura attrezzata per le trasfusioni, e questo è ciò che cerchiamo di fare per lei in ospedale. Il servizio domiciliare potrà essere organizzato in futuro se il Signore ci manderà un numero sufficiente di vocazioni che ci permettano di iniziare e di portare avanti con continuità tale nuova area di impegno. Infine posso dire che anche ora in ospedale, attraverso il nostro lavoro tra i sofferenti, noi possiamo diventare loro amici, condividere tante esperienze che altrimenti ci sfuggirebbero, e giungere a comprendere le loro problematiche più intime.
Concludo ora questa lettera con un ringraziamento a Lino, Stefania, fr Giuseppe, Bruno, G. Farnese, Sr Anna Maria, Gianni e tutti gli altri, che dall’Italia continuano a lavorare per tessere la fitta rete di connessioni e di aiuti, e per organizzare nel migliore dei modi gli arrivi dei volontari.. Un altro grazie va pure a tutti coloro che ci aiutano a raccogliere fondi tramite varie iniziative di solidarieta’. È inutile ripetere quanto denaro si spende per mantenere un ospedale con un buon livello di prestazioni e di personale.
L’ultimo pensiero vorrebbe essere spirituale: penso che Chaaria sia un sogno gradito al Signore, in cui ci sforziamo di servire i più poveri tra i poveri.
A Chaaria desideriamo assicurare umanità e professionalità a tutti coloro che non si possono permettere altre strutture. E siccome Gesù ci ha detto di essere presente nel più piccolo e nel più diseredato, noi crediamo fortemente che il nostro lavoro quotidiano sia un continuo servizio reso a Gesù stesso. Crediamo anche che S. Giuseppe Benedetto Cottolengo sia contento di Chaaria, dove ci sforziamo di fare dei poveri i nostri padroni e dove vorremmo che nessuno se ne andasse senza avere ricevuto le nostre attenzioni e il nostro lavoro.
Grazie a tutti per il vostro sostegno!
Chaaria è per noi un sogno da realizzare giorno per giorno, un posto in cui vorremmo che tutte le persone più povere e sofferenti potessero essere accolte con competenza e con carità.
Vorremmo essere capaci a fare di più per questa gente che non ha davvero nulla e che soffre per malattie terribili e spesso facilmente curabili … se solo ci fossero mezzi diagnostici e terapeutici, come in Italia.
Sarebbe bello che tutti i poveri potessero essere accolti e curati, e che a nessuno si dovesse dire: “Vai altrove, perché non possiamo risolvere il tuo problema”.
Andare altrove cosa significa per persone che hanno già camminato per 12 – 14 ore?
Andare altrove … sì, ma dove?
Ecco perché ostinatamente pensiamo che il Signore sia contento di Chaaria. Osiamo sperare che anche il Cottolengo sia orgoglioso di un ospedaletto per molti versi simile alla Volta Rossa, dove forse non c’era tutto, ma dove l’anelito della carità era verso tutti i poveri.
“…crediamo fortemente che da soli
non possiamo fare nulla
ma, con l’aiuto del Signore,
tutto è possibile a chi ha fede!”
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