“Finalmente a Nairobi”, tra sè penseranno i volontari, che per giungere alla Capitale hanno dovuto trasbordare su tre veicoli differenti.E’ stata una giornata sfortunata!
Al mattino verso le dieci ci siamo salutati su un tratto di strada sterrata, in quanto io tornavo dalla banca a Meru, mentre loro partivano con l’ambulanza insieme a Joseph. L’ambulanza era il mezzo migliore in quanto il vecchio macchinone ha una perdita di olio al cambio e non e’ sicuro per lunghe percorrenze. Ci siamo abbracciati in mezzo ad un campo; abbiamo scattato l’ultima foto insieme, e poi ci siamo lasciati, con una lacrimuccia agli occhi: io verso la sala operatoria dove gia’ mi attendevano per l’ennesimo cesareo urgente, e loro verso l’aeroporto prima e l’Italia poi.
Mi sono cosi’ tanto immerso nelle molte emergenze, che quasi non mi ricordavo piu’ che i nostri amici stavano viaggiando.
Ma alle 12.30 Judith mi ha detto di telefonare a Mukindu, perche’ era successo qualcosa a Joseph. “Che strano telefonare a Mukindu! Lui è a Nkubu per i CD4, mentre Joseph e’ sulla via di Nairobi”.
Ma poi al telefono ho compreso quello che era successo. Un incidente stradale proprio nei pressi dell’ ospedale... Mukindu era sopraggiunto poco dopo il passaggio dell’ambulanza che trasportava i volontari a Nairobi, ed ha visto l’accaduto.
Quello che e’ successo e’ che un uomo ha tentato di attraversare la strada all’ultimo momento, e Joseph non e’ riuscito a frenare o a evitarlo. Lo ha colpito e lo ha scaraventato sull’asfalto. Avrebbe voluto soccorrerlo subito, ma una folla violenta si e’ diretta verso la vettura tentando un linciaggio.
Saggiamente il nostro autista ha pensato di chiudere le porta a chiave, di fare retromarcia e di ritirarsi nel cortile della polizia, poco lontano dalla scena dell’incidente. Ha così dato l’allarme immediatamente e gli agenti hanno provveduto al trasporto in ospedale del malcapitato. Ha spiegato l’accaduto ed ha lasciato la vettura alle forze dell’ordine per i controlli del caso.
Tutti erano sconvolti, ma allo stesso tempo c’era il problema dell’aereo che parte e non aspetta nessuno.
La decisione e’ stata presa rapidamente.
Mukindu si sarebbe fermato al posto di polizia finche’ l’ambulanza sarebbe stata rilasciata, mentre Joseph avrebbe continuato il viaggio verso la Capitale con i volontari. Nel frattempo, Fr Lorenzo, che è già a Nairobi, avrebbe chiesto un’auto a Don Giusto e sarebbe venuto incontro a Joseph, che avrebbe dovuto ripresentarsi alla polizia l’indomani mattina presto.
Io ho seguito queste vicende con pochi messaggi, tra un paziente e l’altro e tra un’operazione e l’altra... e ciò mi ha creato tanta ansia.
Ho rivisto Mukindu verso le 18.30: l’ambulanza e’ stata rilasciata ed e’ stata trovata in ordine.
Joseph invece e’ arrivato alle 21. Ero ancora in sala a causa di un colpo di machete che aveva spaccato il polso di un uomo. Mi ha aspettato. Era molto triste: “Non ho avuto il coraggio di andare a trovare quell’uomo in ospedale. Avevo paura delle reazioni dei parenti. Ma la polizia mi ha detto che e’ vivo e cosciente. Ha una frattura della gamba ed e’ stato suturato in varie parti del corpo... Mi dispiace tanto!”
“Sono cose della vita. A me capita che mi muoia un malato in sala... con il lavoro che fai tu è più che naturale che cose del genere succedano. Ringraziamo Dio che nessuno dei volontari si è fatto male, e poi staremo vicino anche a quel malcapitato e gli pagheremo le spese dell’ospedale”
“Gli amici italiani sono arrivati in tempo all’aeroporto?”
“Sì, Fr Lorenzo mi ha comunicato che sono tutti e tre sereni e che ce l’hanno fatta con largo anticipo; infatti, sono arrivati in aeroporto quanto il check in era apena iniziato”.
Fr Beppe
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